Secondo l’ultima edizione del Broker Barometerdi Aviva, i broker britannici temono i riflessi del clima economico generale sulla professione. Solo il 9,6% del campione ritiene che l’attuale contesto economico incida positivamente sulla professione, in deciso calo rispetto al 20% dello scorso anno.
Ben più alta la percentuale di pessimisti. Infatti, il 42% dei broker del Regno Unito ha dichiarato che il clima attuale si riflette negativamente sui risultati del business.
Inoltre, i broker di Galles, Irlanda del Nord e Scozia dimostrano di essere maggiormente preoccupati rispetti ai professionisti operanti in Inghilterra.
Il 60,8% ritiene invece che non vi sia alcun impatto sulla propria attività (51% nel 2018).
Aumenta il timore nei confronti della tecnologia che potrebbe presto sostituire i broker, con l’uscita dal mercato di molte risorse umane.
Phil Bayles, responsabile dell’area intermediari di Aviva, ha esortato i broker a considerare la tecnologia come un’opportunità, come uno strumento da utilizzare per focalizzarsi maggiormente sul servizio personalizzato e trasferire maggiore valore ai clienti. “La tecnologia – ha detto - può davvero permettere ai broker di concentrarsi sulle aree di business più redditizie. La cosa peggiore che possa fare un broker è di trascurare questa opportunità, facendo finta che non esista o non ritenendola appropriata alla propria attività”.
Bayles ha aggiunto che i broker sono sempre più consapevoli degli sviluppi dell’intelligenza artificiale e dell’automazione. “Le persone sono preoccupate dallo sviluppo tecnologico perché possono vedere ciò che toglie, ma non quello che offre”, ha detto Bayles. “Sicuramente sostituirà alcune delle attività più semplici, consentendo ai broker di dedicare più tempo agli aspetti più complessi della professione, ad alto valore aggiunto. Bisogna quindi entrare nell’ottica di lasciare spazio alle macchine in modo che possano avere il sopravvento laddove il servizio personalizzato ha minore impatto, mentre il broker potrà concentrare maggiormente le proprie risorse sugli aspetti più delicato e complessi, dove la consulenza personalizzata fa la differenza”.
Il tempo sarà sempre più un elemento decisivo. La ricerca di Aviva ha evidenziato come maggior parte dei 250 broker intervistati abbia dichiarato di trascorrere con i propri clienti “la giusta quantità di tempo” e che i loro clienti prendono in considerazione la maggior parte dei loro consigli.