
L’associazione dei broker assicurativi britannici, BIBA, ha in cantiere una nuova versione dello studio sui costi di adeguamento alle norme di regolamentazione e vigilanza nazionale e internazionale (compliance) sostenuti dagli intermediari assicurativi, espandendo il suo campo di osservazione anche ai paesi Extra UE. Lo studio, condotto in collaborazione con London Economics, dovrebbe essere realizzato entro il prossimo mese di gennaio.
La precedente edizione, realizzata da Charles River Associates, aveva evidenziato che i costi di compliance dei broker del Regno Unito erano di gran lunga i più elevati a livello europeo. Costi, che come ha recentemente ricordato AIBA, pesano parecchio anche suelle spalle dei broker italiani, senza tuttavia comportare alcun beneficio sostanziale alla tutela dei clienti. Infatti, se nel Regno Unito i costi di compliance sono pari a circa il 3% del giro d’affari dell’azienda e in Irlanda incidono per l’1%, in Italia pesano per lo 0,7% dei ricavi complessivi delle imprese di brokeraggio. Graeme Trudgill, executive director di BIBA, ha spiegato che “I costi di adeguamento alle normative vigenti rappresentano un grosso peso per le società di brokeraggio britanniche. Abbiamo intervistato tutti i nostri associate e identificato tutte le problematiche legate alla compliance. Un problema sostanzialmente di costi che limitano le capacità di crescita del business”.