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“Il Barometro dei Rischi Emergenti” è l’ultima indagine realizzata dal gruppo ACE che identifica le principali aree di rischio emergente. Secondo i manager ascoltati, sono i rischi a supply chain, ambiente, informatica e D&O quelli considerati più pericolosi, in grado di apportare con maggiore probabilità danni finanziari alle loro attività nei prossimi due anni.
Le problematiche di rischio richiedono un approccio interdisciplinare, con la funzione rischi che opera a stretto contatto col business per identificare, valutare e alleviare le aree di esposizione fondamentali. La funzione di risk management riveste un ruolo fondamentale nel processo. ACE ha condotto un sondaggio su 650 top manager con responsabilità nella gestione dei rischi in un’ampia gamma di settori e in 15 paesi nell’area Europa, Medio Oriente e Africa settentrionale. Sono state coinvolte le funzioni con responsabilità di risk management, tra cui 159 Chief Risk Officers (CRO), 162 Chief Financial Officer (CFO) e 162 Chief Operating Officer (COO) e altri dirigenti senior responsabili della gestione rischi e dell’acquisto polizze assicurative.
Di tutti i rischi emergenti, le aziende prevedono che quelli associati alla supply chain e alle infrastrutture abbiano il maggiore impatto finanziario negativo sulle loro attività nei prossimi due anni. Le sofisticate supply chain transnazionali hanno abbattuto i costi, ma le aziende pagano la mancanza di visibilità su quanto potrebbe accadere a fornitori e sub-fornitori. più, in molti paesi di approvvigionamento esistono problemi legati alle infrastrutture che espongono le aziende a sostanziali rischi finanziari.
l Rischio ambientale, pur collocandosi mediamente in seconda posizione, risulta essere al primo posto per gli intervistati di alcuni settori, tra cui petrolio e gas naturale, servizi pubblici, viaggi e trasporti. La posizione in classifica evidenzia una maggiore consapevolezza che si tratti di un problema comune a tutti i settori, non solo su quelli tradizionalmente “inquinanti”. Tutte le aziende sono esposte al rischio ambientale, nonostante ci sia il consenso generale sul principio “chi inquina paga”, a livello internazionale questo viene fatto rispettare in modo incoerente: attualmente esistono oltre 17.000 normative diverse che si occupano di contaminazione di aria, acqua e terreni.
Il rischio informatico è una questione di cui si parla molto ultimamente. Quindi non sorprende assistere al suo posizionamento al terzo posto (a pari merito) nella classifica dei rischi emergenti. Quasi la metà delle aziende intervistate prevede che nei prossimi due anni la minaccia rappresentata da virus, hacker aggio e furto di dati possa aggravare il rischio informatico per la propria azienda.
Ciononostante, le aziende dispongono ancora di protezioni inadeguate e quasi 2 su 5 dichiarano di avere intenzione di prendere in seria considerazione il rischio informatico solo quando questo sarà obbligatorio per legge. Quel momento potrebbe arrivare prima di quanto si creda. Nell’Unione europea stanno per essere varate leggi in base alle quali le aziende che violino le nuove normative in materia di dati potranno essere multate con somme che ammontano fino al due percento dei loro ricavi globali.
Le responsabilità di amministratori e dirigenti sono tutt’altro che una novità e potremmo sostenere che non sono pienamente chiare. Ma il fatto che si classifichi al terzo posto nel monitoraggio dei rischi emergenti enfatizza che, senza dubbio a causa della crisi finanziaria, il rischio legato a amministratori e dirigenti è diventato un rischio “riemergente”. Questioni fondamentali quali la corruzione e i cambiamenti nella legislazione sull’illecito colposo aziendale sono sicuramente ottimo materiale per i titoli di giornale. Ma gli intervistati di questo sondaggio evidenziano gli errori di rendicontazione come preoccupazioni principali in quest’area. Dopo la crisi, quest’area apparentemente banale ha acquisito maggiore importanza e le aziende sono chiaramente preoccupate dei rischi associati. Inoltre, questa ricerca porta alla luce dei segnali che una cultura più radicata delle controversie giudiziarie sta rendendo più arduo per le aziende collocare i talenti migliori nelle posizioni nevralgiche: più di 2 intervistati su 5 concordano sul fatto che la responsabilità personale rappresenta un deterrente per il personale in posizione non esecutiva ad assumere ruoli di responsabilità in azienda.