Risultati in calo ma migliori delle attese per la britannica Aviva che ha chiuso il 2011 con un utile netto di 225 milioni di sterline (-85% sull’anno precedente) a causa dell’impatto negativo delle condizioni di mercato. Il crollo dei profitti è infatti ascrivibile per oltre un miliardo di sterline alle svalutazioni sugli investimenti, a causa delle turbolenze dei mercati finanziari.
Sul piano operativo Aviva ha tuttavia registrato un utile di gestione lordo (esclusa la propria partecipazione di minoranza nell’olandese Delta Lloyd) in aumento del 6% a 2,15 miliardi. Per Aviva Europe il 2011 si è chiuso con un utile operativo Ifrs di 937 milioni di sterline (+4% rispetto al 2010). In calo del 20% la raccolta ramo Vita a 10,8 mld. In aumento del 5% i premi nei rami Danni che superano il tetto dei 2 miliardi di sterline.
Aviva Italia rispecchia le strategie del Gruppo volta a focalizzarsi sul valore piuttosto che sui volumi: il ramo Vita segna un -34% rispetto allo scorso anno, con una raccolta premi pari a 3,4 miliardi di euro. Lo spostamento del mix di portafoglio su prodotti a maggiore profittabilità colloca Aviva in Italia tra i primi del mercato per le polizze protection. La loro incidenza sui volumi del ramo Vita è passata dal 6,1% del 2010 al 9,1% del 2011. Buon anno anche per il comparto Danni, con premi in aumento del 8,9% a 478 milioni di euro, contro i 439 milioni del 2010, grazie al contributo del canale retail. Commentando i dati, Andrea Battista, ad del gruppo in Italia - ha sottolineato come “nel nostro Paese il focus si è concentrato nella distribuzione di prodotti a maggiore redditività, e oggi Aviva si posiziona tra le compagnie di riferimento nel campo della protection, delle unit linked e della long term care”.