Uno sprint lungo 15 anni prima di tagliare il traguardo del 2030 raggiungendo 100 milioni di clienti nel continente asiatico. È questo l’obiettivo di Axa, numero due europea delle assicurazioni, rivelato dal presidente e ceo del gruppo francese nel corso di un’intervista rilasciata ad Affari&Finanza di Repubblica.
Acceleratore schiacciato per Axa nei prossimi 15 anni, fino ad arrivare al 2030 quando, secondo De Castries, il business sviluppato in Asia (con l’esclusione del Giappone) “potrebbe valere dal 20 al 30% del Gruppo”.
Questo non significa rinunciare all’Europa, “dove si svolge ancora il 60% del nostro business. Siamo primi in Francia e in Svizzera e fra i leader di mercato in altri sei Paesi tra cui l’Italia. Però non è dall’Europa che verrà la maggior crescita futura del business ma dall'Asia, cha ha tassi di incremento incredibili”.
Alla domanda su come è cambiato lo scenario assicurativo dopo la grande crisi, de Castries ha spiegato che “prima si parlava di possibili merger tra compagnie e banche. Ora questo paradigma non funziona più: le assicurazioni hanno sempre bisogno delle banche per distribuire i loro prodotti, bastano però dei semplici accordi. Ma la crisi ha cambiato anche altri approcci, ad esempio ha spostato l’interesse verso i Paesi emergenti, mentre la tecnologia sta letteralmente facendo a pezzi la vecchia catena di valore, costringendo le imprese a radicali trasformazioni”.