
Se la blockchain fosse utilizzata in modo estensivo nel settore assicurativo, l’industria mondiale potrebbe ridurre il combined ratio danni dal 5% al 13% e generare oltre 200 miliardi di dollari in più di margine tecnico dal totale premi lordi.
Secondo la ricerca condotta da The Boston Consulting Group, “The First Blockchain Insurer”, considerando il mercato danni globale, i possibili risparmi per gli assicuratori sono in tre aree: la distribuzione, il risk management e i processi. Mentre pensando al mercato auto, un assicuratore tutto blockchain potrebbe guadagnare dal 10 al 13% di combined ratio operativo rispetto a un suo omologo meno evoluto. Stesso guadagno si avrebbe nell’assicurazione marine cargo, dove la tecnologia blockchain agirebbe sul risk management e sui processi. Anche nel business della riassicurazione, i player del mercato potrebbero migliorare il loss ratio dello 0,5% e i loro combined ratio operativi dal 4 al 5%.
Si tratta di numeri considerevoli che spingono le imprese di assicurazioni a spingere sull’utilizzo di tecnologia blockchain, come dimostra B3i Services AG, progetto promosso da 15 assicuratori e riassicuratori globali per sviluppare soluzioni assicurative su una piattaforma blockchain. Un assicuratore tutto blockchain potrebbe innanzitutto ridurre tempi e costi nella gestione transattiva dei sinistri. Nell’assicurazione viaggi, l’arrivo in ritardo del volo, confermato dai dati dell’aeroporto, potrebbe innescare un risarcimento automatico, direttamente sul conto della persona assicurata nel momento in cui questa arriva a destinazione. Tra i principali vantaggi tecnici ci sarebbero il tracciamento sempre trasparente dei beni, la creazione di un record affidabile e non modificabile senza una notifica chiara e la tutela della privacy e della riservatezza, grazie all’uso della crittografia. Gli ostacoli però non mancano: dal know-how ancora poco sviluppato, per arrivare ai problemi di governance, passando per l’attuale mancanza di standard e protocolli condivisi e l’affidabilità dei software ancora non robustissima. Tuttavia, gli assicuratori tradizionali non possono stare a guardare, devono guardarsi dalle start up insurtech, che sono già alla testa delle evoluzioni tecnologiche del settore, ma anche da chi tra di loro saprà muoversi più rapidamente.