Le persone non completamente autosufficienti sono una realtà sempre più presente nel vivere quotidiano delle famiglie italiane. Lo rivela la nuova puntata dell’Osservatorio Sanità di UniSalute, la compagnia del gruppo Unipol specializzata in assistenza e assicurazione sanitaria: il 61% degli italiani con più di 30 anni conosce amici o parenti che vivono o hanno vissuto questo tipo di situazione.
Un numero destinato inesorabilmente a crescere se, come rileva l’ultima indagine ISTAT del 2011, nel 2030 ci saranno molti più nonni che nipoti: gli over 65 passeranno infatti dal 30% della popolazione nel 2005 al 62% nel 2030 mentre gli ultraottantenni dai 2,9 milioni del 2011 ai 7,7 milioni del 2030, con un’incidenza degli anziani non autosufficienti dai 2,1 milioni attuali ai 3,5 milioni. L’Italia è il secondo paese in Europa con il più alto indice di invecchiamento dopo la Germania. A ciò si aggiunge il fatto che le famiglie hanno sempre maggiore difficoltà a sostenere il carico della cura di una persona non completamente autosufficiente, non solo dal punto di vista economico ma anche di energie e di tempo da dedicare.
La non autosufficienza è, nell’esperienza comune degli italiani, legata principalmente all’età delle persone. L’Osservatorio UniSalute evidenzia che per il 40% del campione i casi di non autosufficienza sono da ricondurre a malattie legate all’anzianità, mentre il 25% parla di specifiche sindromi che portano all’impossibilità di badare da soli a sé (basti pensare a malattie quali la distrofia muscolare o la Sla). Il 17% indica alla base malattie congenite, mentre il 9% parla di situazioni legate ad incidenti.
Dalla ricerca UniSalute emerge anche che, in caso di necessità di cure per non autosufficienti, quelle pubbliche sono le prime strutture a cui si affiderebbero: la pensa così il 47% del campione. Il 31% preferirebbe invece pagare professionisti per cure a domicilio, mentre il 23% si rivolgerebbe alle cosiddette “case di riposo” o strutture private.
Come valutare le strutture a cui affidarsi per l’erogazione di cure legate alla non autosufficienza qualora ci si trovasse ad affrontare questa situazione? La qualità delle strutture e dell’offerta proposta sono ciò di cui terrebbe conto il 39% degli italiani. Il 25% sceglierebbe invece in base alle indicazioni ricevute dal proprio medico, mentre il 18% in base alla facilità nel raggiungere la struttura stessa, meglio se vicino casa. Solo il 7% si farebbe influenzare dal prezzo, scegliendo la soluzione più economica.
La voce “costi” assumerà invece una crescente rilevanza nella gestione delle risorse economiche del paese nei prossimi anni se, come ipotizzato dalla Ragioneria Generale dello Stato, la spesa attribuibile all’assistenza ai non autosufficienti raddoppierà entro il 2060, passando dall’1,9% del 2010 a circa il 3,3%.
A fronte dello scenario che si prospetta sembra evidente che lo Stato farà sempre più fatica a rispondere a una domanda di assistenza in costante aumento.
Il problema della non autosufficienza è una delle sfide centrali della sanità italiana per il prossimo futuro. È indispensabile sviluppare il secondo pilastro della sanità (a fianco di quello pubblico) che prevede i Fondi Sanitari Integrativi, promossi dal mondo del lavoro e i Fondi sanitari solidaristici finalizzati all’erogazione di prestazioni socio-sanitarie, con il coinvolgimento delle autorità pubbliche locali e di operatori specializzati in grado di organizzare e gestire l’erogazione delle prestazioni assistenziali, garantendone la sostenibilità nel tempo.