
Le auto d’epoca coronano i sogni a quattro ruote dei proprietari e ne arricchiscono il conto in banca. Questo è quanto emerge da una recente relazione stilata da AXA ART, principale specialista globale del settore assicurativo per l’arte, insieme ai dati ADEMY (Automotive Data Evaluation Market Yield).
La relazione conferma che nell’arco di un decennio, dal 2006 al 2017, i valori delle auto classiche hanno favorito una crescita media del valore degli investimenti pari al +192% rispetto alla crescita del +84% dei valori dello S&P Global Luxury Index.
Sulla base dei dati relativi alle transazioni di auto d’epoca effettuate nel periodo dal 2006 al 2017, la relazione evidenzia che dal 2006 ad oggi, la performance delle auto d’epoca è rimasta costantemente solida rispetto ad altre classi di investimento alternative, facendo registrare un picco nel 2015.
Se da un lato le attuali condizioni di mercato hanno registrato alcune inversioni di tendenza legate ad un maggiore afflusso di automobili con la conseguente riduzione dei prezzi nel 2016, dall’altro, il mercato delle auto d’epoca nel 2017 ha continuato comunque a crescere a ritmo del 3% su base annua.
L’impulso maggiore alla crescita sul lungo termine proviene dalla categoria di auto cosiddetta top-lot, con un valore di almeno 1 milione di dollari. Nelle aste chiave di Pebble Beach del 2017, le vendite di auto da 1 milione di dollari sono aumentate del 25%, a quota 70, rispetto al 2016. I veicoli della categoria da almeno 1 milione di dollari detengono il 40% del valore di mercato, sebbene rappresentino soltanto il 2% in termini di volume.
Tuttavia, AXA ART rileva anche una tendenza al rialzo degli acquisti di auto small-cap o mid-cap, con un valore rispettivamente inferiore ai 100.000 dollari e compreso tra 100.000 e 1 milione di dollari, specie da parte di acquirenti che le considerano un ricordo di gioventù. Il risultato è una forte domanda di Porsche degli anni ‘80 e ‘90.