
A febbraio, mese solo parzialmente toccato dall’emergenza Coronavirus, gli investimenti in pubblicità risultavano in aumento del 4,1% rispetto al febbraio 2019, consentendo un incremento del 3,7% nei primi due mesi dell’anno.
Lo si rileva dai dati comunicati da Nielsen. Escludendo la raccolta web, la stima di Nielsen sul search, social, classified (annunci sponsorizzati) e dei cosiddetti “Over The Top” (OTT), l’andamento nel periodo gennaio - febbraio si attesta a 0,8%. “C’è un pre e un post Covid19 anche nel mercato della comunicazione pubblicitaria: il virus rappresenta una linea che, come per tutte le altre grandezze macroeconomiche, segna una pietra di confine tra come eravamo e come saremo, tra come comunicavano le aziende e come lo faranno”, spiega Alberto Dal Sasso, AIS Managing Director di Nielsen. “Storicamente il dato di febbraio è indicativo di un trend che si consolida con il primo semestre dell’anno. Oggi invece ci troviamo a commentare una situazione che il mercato non sta già più vivendo”.
Relativamente ai singoli mezzi, la tv è cresciuta nel singolo mese del 3,6%, chiudendo il bimestre a +2%. In negativo i quotidiani, che a febbraio hanno perso il -8,7%, consolidando il periodo cumulato gennaio-febbraio a -6,7%.
Stesso andamento per i periodici, sia nel singolo mese che per il bimestre, con cali rispettivamente del -15,4% e -12,2%.
Molto positivo l’andamento della radio, in crescita del 15,7% nel singolo mese di febbraio (+13,9% nel bimestre). Sulla base delle stime realizzate da Nielsen, la raccolta dell’intero universo del web advertising nel primo bimestre 2020 ha chiuso in positivo a +9,7% (+4,8% se si considera il solo perimetro Fcp AssoInternet).
Sono 11 i settori merceologici in crescita, per un apporto di circa 55mln di euro. Crescono bevande (+23,7%), distribuzione (+42%) e telecomunicazioni (+14,7%), mentre risultano in flessione media/editoria (-12,5%), finanza (-5,6%). Secondo Nielsen, la situazione di oggi non ha precedenti nella storia della pubblicità moderna.