False credenze e miti da sfatare: l’influenza dell’alcol sul proprio corpo e i relativi tempi di smaltimento sono argomenti ancora soggetti a fantasiose interpretazioni e la corretta informazione non è mai abbastanza.
Il sondaggio realizzato da Direct Line evidenzia un quadro dominato da leggende metropolitane e “rimedi della nonna” che ben poco hanno a che fare con la realtà. Nella pratica l’assimilazione e lo smaltimento delle sostanze alcoliche sono caratteristiche estremamente personali e frutto di parecchie variabili non sempre calcolabili e identificabili con facilità.
Per indagare su questo tema e sensibilizzare in modo corretto l’opinione pubblica attraverso dati documentati, Direct Line ha deciso di commissionare uno studio scientifico al centro di ricerche T.R.L. (Transport Research Laboratory). Sono così stati analizzati i tempi di assimilazione e smaltimento dell’alcol ingerito da un campione di 26 soggetti di genere sia maschile che femminile, di peso e altezza eterogenei.
Il test ha smantellato in un solo colpo false credenze riguardanti la corporatura, il genere e la stima dei tempi di smaltimento dell’alcol, accertando che queste variabili non influiscono in modo diretto e univoco sull’elaborazione della sostanza, come dimostrano ad esempio i due casi sotto citati.
Uno dei test ha preso in analisi un uomo di corporatura robusta e una donna molto più snella e minuta, che a seguito di una serata con consumo di alcol presentavano all’incirca il medesimo tasso alcolemico.
Lasciata trascorrere ad entrambi una nottata di sonno e riposo, la mattina seguente si è proceduto ad una nuova rilevazione della quantità di alcol presente nei rispettivi soggetti. Mentre la donna è risultata ben al di sotto dei limiti legali, nel corpo dell’uomo è stata riscontrata una proporzione di alcol ancora superiore a quella consentita. Se si fosse messo alla guida, sarebbe stato ampiamente sanzionabile.
Un altro test ha messo a confronto due soggetti femminili, di seguito nominati “A” e “B”. A fine serata, “A” presentava un tasso alcolemico sensibilmente minore di “B”, ma al momento della rilevazione mattutina “A” presentava circa il doppio del tasso alcolemico consentito, mentre “B” aveva completamente smaltito l’alcol.
Alla luce di queste analisi sperimentali, le opinioni di gran parte delle persone intervistate da Direct Line suonano alquanto fuori strada.
Da un sondaggio effettuato su un campione di oltre 2000 persone è infatti emerso che quasi 8 intervistati su 10 (il 77% del campione) credono che i tempi di assimilazione dell’alcol dipendano dalla corporatura dell’individuo e ben 7 su 10 pensano che il genere maschile o femminile faccia la differenza.
Forte di queste errate convinzioni, il 22% degli automobilisti rischia di mettersi alla guida con un livello alcolemico superiore a quello consentito, calcolando approssimativamente i tempi di smaltimento spesso anche in funzione del tempo trascorso dall’ultimo drink, ignorando che a volte persino un’intera nottata di sonno può non bastare a completare il processo di assimilazione dell’alcol.
Processo che alcuni sostengono di poter velocizzare grazie a qualche trucco o stratagemma: il 25% del campione beve molta acqua prima di coricarsi, mentre l’8% si sforza di mangiare in modo considerevole subito dopo aver bevuto e il 6% ricorre alla famosa “colazione dei campioni”, abbondante e innaffiata da numerose tazze caffè doppio. Curioso il 6% che dichiara di avere un metodo ricostituente personalissimo quanto segreto.