Prezzi in calo, normative stringenti e tensioni geopolitiche ridisegnano le esposizioni di manager e dirigenti

Il mercato delle polizze D&O per le istituzioni finanziarie europee attraversa un momento di profonda trasformazione. Ingo Trede, direttore di MGA Alta Signa, offre una panoramica chiara del fenomeno a Insurance Business : “Nell'Europa occidentale e centrale stiamo assistendo a una tendenza generale al ribasso dei prezzi”. Un quadro che contrasta nettamente con quello dell'Est Europa, dove la Polonia in particolare rimane meno competitiva. Le ragioni? L'instabilità politica cronica e l'elevata presenza di capitali pubblici che distorcono il mercato.
Ma c'è un paradosso interessante: mentre i prezzi scendono, la capacità assicurativa cresce. Nuovi operatori si affacciano sul settore e i riassicuratori intensificano la competizione, creando una pressione costante su tariffe e condizioni. “Vediamo un ampliamento delle coperture mentre i prezzi continuano a calare”, osserva Trede. “È un disallineamento preoccupante che dovrebbe farci riflettere sulla necessità di maggiore disciplina nella sottoscrizione”. In altre parole, il rischio di squilibri pericolosi è concreto.
Nuovi rischi all'orizzonte
Sul versante delle responsabilità, emergono scenari inediti. Le indagini delle autorità di vigilanza su antiriciclaggio e procedure KYC rappresentano oggi una delle principali fonti di esposizione, specialmente per fintech e banche digitali che operano in territori normativi ancora in via di definizione. Non è tutto: crimini informatici e frodi finanziarie si insinuano sempre più spesso negli scenari D&O, mentre dal Sud Europa riemergono vecchi contenziosi mai del tutto risolti.
Trede fa notare una differenza importante rispetto al passato: “Negli ultimi anni non c'è stato un singolo evento sistemico capace di scatenare ondate di richieste di risarcimento in tutto il settore”. Tuttavia, invita alla cautela. L'assenza di grandi crisi non deve far abbassare la guardia.
Anche i temi ESG occupano sempre più spazio nelle agende aziendali, anche se finora senza conseguenze legali concrete. “Non abbiamo ancora registrato alcuna richiesta di risarcimento in Europa per greenwashing”, precisa l'esperto. Ma la mancanza di un quadro normativo standardizzato rende difficile il monitoraggio di questi fenomeni, lasciando aperta la porta a sviluppi futuri.
La cyber-resilienza al centro dell'attenzione
Più immediate e tangibili sono invece le preoccupazioni legate alla sicurezza informatica. La Digital Operational Resilience Act (DORA) e le nuove linee guida della BCE stanno spingendo gli istituti finanziari a rivedere completamente i propri sistemi di controllo. “I clienti ci chiedono riferimenti precisi sui limiti e sulle coperture”, spiega Trede. “Sanno bene che i fallimenti informatici possono generare esposizioni D&O significative”.
Tra i rischi emergenti fanno capolino anche l'intelligenza artificiale e le divergenze regolatorie tra paesi diversi. Per quanto riguarda l'AI, Trede ammette le difficoltà: “Compare nei questionari di sottoscrizione cyber, ma tradurla in un linguaggio contrattuale chiaro resta complicato”. È il tipico esempio di come le minacce tecnologiche evolvano più velocemente degli strumenti per gestirle dal punto di vista assicurativo.
Nonostante la moltiplicazione delle esposizioni, le pratiche di sottoscrizione non sembrano irrigidirsi. Anzi: coperture più ampie abbinate a prezzi in discesa creano una combinazione potenzialmente esplosiva, pronta a deflagrare al primo shock improvviso.
L'Est Europa: un caso a parte
La situazione si complica ulteriormente guardando verso Est. Qui la forte componente politica nella governance aziendale e le continue transizioni di governo portano con sé rischi specifici. “Quando i dirigenti vengono nominati per via politica, i cambiamenti di governo possono scatenare accuse di corruzione e far impennare la frequenza dei reclami”, spiega Trede. È un meccanismo ben noto: il passaggio da destra a sinistra o viceversa spesso si accompagna a campagne di “pulizia” che coinvolgono i vertici aziendali del regime precedente.
A complicare il panorama si aggiungono le divergenze normative internazionali. Il nodo delle sanzioni russe e le differenze tra regolamentazioni europee e americane creano labirinti normativi complessi per i board multinazionali. Come sintetizza efficacemente Trede: “Si può essere perfettamente conformi in una giurisdizione e contemporaneamente in violazione in un'altra”.
Il risultato è un mosaico in continua evoluzione, dove instabilità geopolitica, innovazioni tecnologiche e pressioni regolatorie ridisegnano costantemente la geografia dei rischi. La riflessione finale di Trede suona come un monito: “Se fossi un dirigente, terrei sotto stretto controllo il panorama politico di tutti i paesi dove opera la mia azienda. Quei cambiamenti possono stravolgere il profilo di rischio dall'oggi al domani”.