
Unipol, primo azionista di Bper (19,8%) e di Banca Popolare di Sondrio (19,7%), avrà un ruolo decisivo nel destino dell’Offerta pubblica di scambio (Ops) lanciata da Bper sulla Popolare di Sondrio.
Con il suo peso azionario e la sua influenza strategica, il gruppo guidato da Carlo Cimbri si trova al centro di un'operazione che potrebbe plasmare il panorama bancario italiano, creando il quarto polo del sistema creditizio.
L’Ops da 4,3 miliardi di euro, promossa da Bper, mira a rafforzare la posizione della banca nelle aree più ricche d’Italia, in particolare in Lombardia. Morningstar DBRS ha sottolineato come Bper abbia un solido track record nell’integrazione di istituti acquisiti, riducendo i rischi di esecuzione dell’accordo. La Popolare di Sondrio, d’altro canto, beneficerebbe di un accesso al consolidato franchising di Bper, potenziando il proprio profilo di credito.
Il ruolo di Unipol non si limita alla mera partecipazione azionaria. Entrambe le banche rappresentano pilastri del modello di bancassurance di Unipol. La presenza di un azionista comune è considerata un elemento facilitante per il successo dell’operazione, che prevede sinergie annuali ante imposte di circa 290 milioni di euro.
La manovra si inserisce nel percorso evolutivo perseguito da Carlo Cimbri, che ha guidato il gruppo bolognese attraverso un decennio di trasformazioni.
Il percorso evolutivo di Unipol negli ultimi anni ha visto l'azienda affermarsi come secondo gruppo assicurativo in Italia dopo Generali, con una strategia che integra servizi finanziari e assicurativi. La fusione tra Unipol Banca e BPER nel 2019 ha segnato una svolta cruciale, aprendo la strada a un cambiamento della governance e al rafforzamento del ruolo di Unipol nel settore bancario.
Questa dinamica è proseguita nel 2025 con la fusione di UnipolSai Assicurazioni nel Gruppo Unipol, completando un progetto decennale che ha portato alla nascita di Unipol Assicurazioni.
L’operazione, attesa al vaglio del cda di Unipol insieme all’approvazione dei conti 2024, punta a generare un ritorno sul capitale proprio tangibile (ROTE) del 15% entro il 2027. Con un utile netto pro forma previsto superiore ai 2 miliardi di euro, l’acquisizione segnerebbe un ulteriore passo nella costruzione di un sistema bancario più competitivo e consolidato.