
Gli infortuni sportivi, in aumento del 35% negli ultimi cinque anni, hanno un forte impatto sulle carriere degli atleti e sulle finanze delle società sportive. Private Broking, acquisita da PIB Group Italia nel 2024, offre soluzioni assicurative innovative per tutelare atleti e club.
Le proposte principali includono polizze per la protezione patrimoniale degli atleti, coperture salariali in caso di infortunio, riabilitazione e telemedicina, oltre a supporto psicologico e legale.
Il mercato assicurativo sportivo è cresciuto del 28% negli ultimi tre anni, indicando una crescente necessità di protezione.
Le soluzioni avanzate di Private Broking mirano a ridurre l'impatto economico degli infortuni e garantire il recupero rapido degli atleti, con particolare attenzione alla qualità delle cure e alla prevenzione delle recidive. Il settore assicurativo sportivo sta evolvendo, offrendo strumenti sempre più integrati per la protezione degli atleti e la sostenibilità economica delle società sportive.
In un contesto dove la competitività e le pressioni sulle performance sono sempre più elevate, la protezione degli atleti diventa un elemento fondamentale per assicurare non solo il benessere fisico, ma anche la continuità delle carriere sportive. Le soluzioni assicurative offerte da Private Broking non solo tutelano gli atleti dai rischi fisici, ma anche dagli aspetti psicologici legati agli infortuni, garantendo un supporto completo durante il recupero. Questo approccio integrato aiuta le società sportive a proteggere i propri investimenti, ridurre le perdite economiche e garantire una gestione più serena del rischio legato agli infortuni.
“La crescente incidenza degli infortuni impone un cambio di paradigma nella gestione del rischio sportivo”, afferma Edoardo Ceola, Ceo di Private Broking. “Il nostro obiettivo è offrire strumenti concreti che permettano agli atleti di accedere alle migliori cure disponibili e alle società di ridurre l'impatto economico delle assenze per infortunio”.
Uno dei problemi più rilevanti nella gestione del rischio è il reintegro graduale degli atleti. Troppo spesso, per esigenze agonistiche o pressioni esterne, si assiste a rientri prematuri che aumentano la probabilità di recidive. Inoltre, l'impatto degli infortuni sugli atleti coinvolge anche la dimensione psicologica che spesso può rappresentare anche l'aspetto più insidioso in un percorso di recupero.
“Un'altra sfida principale riguarda l'accesso ai servizi sanitari per la riabilitazione. In regioni come la Lombardia, i tempi d'attesa per esami diagnostici come la TAC o RMN possono superare i 30 giorni, mentre per un intervento chirurgico si arriva a tre mesi”, a spiega Edoardo Ceola. “Queste lunghe attese spingono gli atleti verso il settore privato, con costi elevati non sempre sostenibili. Esiste poi una disparità territoriale significativa: mentre alcune città dispongono di centri all'avanguardia con tecnologie di ultima generazione, altre zone presentano carenze infrastrutturali che rendono difficile accedere a cure adeguate”.