“La categoria dei lavoratori dei lavoratori bancari e assicurativi vanta una storia pluriennale di fondi pensione: è per questo che sentiamo il dovere di intervenire in modo chiaro sulla riforma che consente al lavoratore di anticipare il TFR in busta paga”.
Giulio Romani, segretario generale della Fiba Cisl, spiega il motivo per cui ritiene prioritario, per la federazione che guida, fare luce sulla riforma.
“La scelta, infatti, è volontaria, ma, a chi decide, servono gli argomenti per poterne capire le conseguenze. Noi abbiamo lavorato in questo senso”.
Romani fa riferimento allo studio della Fiba sull'argomento (studio riportato dai principali mezzi d'informazione e che ha scatenato un intenso dibattito sui social). Il risultato è che in base alla fiscalità ed al mancato rendimento, il Tfr in busta paga è penalizzante. Più sono gli anni mancanti al pensionamento o al riscatto, e maggiori sono le convenienze economiche nell’accantonamento, specie se fatto nei Fondi Pensioni. Secondo i calcoli svolti, il lavoratore che opta per il Tfr in busta paga potrebbe perdere anche oltre 10.000 euro in tre anni.
“In questo paese occorre scegliere di pensare al futuro e non solo all’oggi- conclude Romani. – È ciò che cerchiamo di fare con la nostra proposta di modello di banca e di società, con una visione di futuro, contro le logiche di puro taglio dei costi. Nel caso specifico il legislatore dovrebbe favorire chi si costruisce un futuro, non incentivarlo ad abbandonarlo”.