La seconda edizione dell’Indice di Benessere Finanziario 2016 (IBF) di ING Bank conferma la tendenza delineatasi nel corso dello scorso anno verso un complessivo miglioramento del benessere percepito dalle famiglie italiane, con maggior convinzione rispetto alla rilevazione primaverile, che aveva registrato un incremento più moderato, a fronte di un atteggiamento attendista e prudente da parte degli italiani.
A settembre 2016, infatti, l’IBF si è attestato a 46,3, registrando un incremento di 1,5 punti rispetto alla rilevazione primaverile, una variazione quasi doppia rispetto al periodo precedente.
Entrando nel dettaglio delle singole dimensioni che compongono l’indice, la soddisfazione rispetto alla dimensione del reddito familiare mostra un incremento moderato, che porta l’indicatore a 47,8 punti, il livello più alto registrato dal dicembre 2011. Migliora anche la percezione circa la capacità di sostenere le spese relative alle utenze, con l’indice che passa da 47 a 48,5 punti.
Segnali positivi anche sul fronte della capacità di gestire i debiti: riguardo al breve termine, si riscontra un netto miglioramento di oltre 2 punti, che porta l’indice a 58,7 in un contesto ancora caratterizzato da un basso costo del denaro, mentre per quanto riguarda i debiti a lungo termine l’indicatore resta sostanzialmente invariato, attestandosi a 43,3.
Migliora inoltre la soddisfazione rispetto alla capacità di accantonare risparmi, che segnala un progresso di ben 2,6 punti rispetto allo scorso aprile, attestandosi a 43,3, coerentemente con il maggior comfort registrato rispetto alla situazione reddituale. Positiva anche l’evoluzione dell’indice in relazione agli investimenti che, dopo il lieve ritracciamento dell’ultima rilevazione, si porta a 59 punti, facendo segnare un progresso di 2 punti rispetto alla scorsa primavera.
A livello geografico, è significativa l’inversione di rotta del Nord Est (Triveneto ed Emilia) dove l’IBF, dopo il brusco calo del 2015, recupera terreno con un incremento di 4,5 punti, riducendo quindi lo scarto con il dato del Nord Ovest, che prosegue nella crescita ma a un ritmo più moderato, passando da 51,8 a 52,3 punti. Dal punto di vista demografico, i più ottimisti si confermano ancora una volta i Millennials: nella fascia d’età tra i 18 e i 34 anni, infatti, l’indice ha raggiunto a settembre 2016 il valore più alto mai registrato, pari a 49,3 punti, rispetto ai 45 di aprile 2016. In controtendenza la categoria dei lavoratori autonomi, per i quali l’indice mostra una flessione di 2,5 punti.
Per la prima volta, l’indagine ha inoltre incluso una sezione sull’alfabetizzazione finanziaria degli italiani e il loro approccio alla gestione dei risparmi. Alla domanda circa il tempo dedicato all’informazione finanziaria e alla gestione dei risparmi, il 67% degli italiani ha risposto di non occuparsi affatto di queste materie, mentre solo il 2% dedica a queste attività alcune ore ogni settimana.
In generale, prevale la tendenza ad affidarsi a un esperto per la gestione delle proprie finanze: l’88% della popolazione intervistata ha infatti dichiarato di affidare le scelte a - o di confrontarsi con - un consulente o referente bancario, mentre solo il 12% gestisce in maniera autonoma gli investimenti. Per quanto riguarda la comprensione dei concetti basilari della finanza, il 79% del campione ritiene di possedere una conoscenza scarsa o molto scarsa dei termini finanziari di base, mentre solo il 36% del campione afferma di conoscere il concetto di diversificazione del portafoglio e meno di un terzo comprende come funzioni la correlazione tra rischio e rendimento di un investimento.