L’industria dello shipping è altamente esposta alle minacce cyber. Il motivo? Le polizze che coprono le aziende del settore dagli attacchi informatici sono molto spesso inadeguate.
Un vero problema che si riverbera sull’intero commercio internazionale, considerato che circa il 90% dei traffici mondiali avvengono via mare e che le navi sono altamente vulnerabili agli attacchi esterni che prendono di mira device elettronici, strumenti di navigazione, rimandando ad esempio localizzazioni GPS falsi e fuorvianti. Tutto ciò grazie al fatto che solitamente a bordo non esistono sofisticati sistemi di backup o di prevenzione.
Una delle più significative mancanze delle polizze attualmente disponibili (sia cyber sia hull) è l’assenza della copertura assicurativa a protezione dei sistemi di navigazione e dei danni fisici conseguenti agli attacchi degli hacker.
In uno dei più significativi incidenti di questo tipo è successo che centinaia di pescherecci della Corea del Sud sono stati costretti a rientrare velocemente nei porti dopo che, secondo quanto riportato, dalla Corea del Nord è stato perpetrato un attacco che ha inceppato i segnali dei GPS (Global Positioning System). Corea del Nord che, successivamente, si è detta totalmente estranea all’attacco.
Un esempio indicatore dei danni che possono provocare le manomissioni dei device elettronici utilizzati per la navigazione che però non sono protetti dalla maggior parte delle polizze disponibili sul mercato. Generalmente le polizze “hull” e “cargo” contengono tra le esclusioni proprio gli attacchi cyber, ma è anche vero che le grandi compagnie di navigazione hanno un potere contrattuale tale da eliminare dai contratti questo tipo di esclusione.