Dopo l’abolizione delle sanzioni internazionali del gennaio 2016, il mercato assicurativo dell’Iran è diventato un obiettivo per i progetti di espansione globale dei principali player del settore.
Sono circa 150 le compagnie di assicurazioni e riassicurazioni che sono interessate ad entrare nel mercato iraniano, secondo un report del regulator locale, Central Insurance of Iran (CII).
Attualmente, la legge dell’Iran prevede che soggetti stranieri possano detenere fino a un massimo del 49% delle società locali, ma non esistono invece limiti per le zone di libero scambio designate.
Munich Re si è offerta mettendo a disposizione le proprie capacità per coprire diverse tipologie di rischio del mercato iraniano, mentre dirigenti delle francesi Scor e Nasco hanno incontrato i vertici della CII e i tre più grandi assicuratori giapponesi, Tokio Marine, Sompo e Mitsui (che insieme costituiscono il 90% del mercato giapponese), hanno invece offerto fino a 200 milioni di dollari in copertura di rischi. Il report di CII spiega come gli assicuratori giapponesi stiano studiando leggi e regolamenti, poiché prevedono di entrare presto nel mercato iraniano attraverso la costituzione di partnership o acquistando quote degli assicuratori locali.
A guardare con attenzione all’Iran sono anche, secondo il report, il Lloyd’s broker britannico United Insurance Brokers e il riassicuratore svizzero Echo Re.
Nel novembre 2016, il presidente della CII, Abdolnasser Hemmati, è volato a Londra e a Berlino per incontrare diverse leader di compagnie di assicurazioni, tra i quali anche Inga Beale dei Lloyd’s, per discutere di possibili collaborazioni e progetti di investimento.
A fine 2015 l’industria assicurativa iraniana risultava in crescita del 9,4% rispetto all’anno precedente, raggiungendo un valore complessivo di oltre 7 miliardi di dollari. Sul mercato sono attive 29 società di assicurazioni, una delle quali di proprietà dello Stato (Iran Insurance Company). Il mercato auto incide per il 44% della raccolta premi complessiva, mentre il peso del comparto health è del 24% e quello del ramo vita è pari al 12%.