Nei primi tre mesi del 2017 si è registrato un calo delle chiusure aziendali. Si rafforza la diminuzione dei fallimenti e delle procedure concorsuali e torna a scendere il numero delle società liquidate volontariamente dagli imprenditori.
Sono questi i principali risultati dell’Osservatorio su fallimenti, procedure e chiusure d’imprese realizzato da Cerved, gruppo specializzato nell’analisi del rischio di credito e nella gestione dei crediti deteriorati.
Complessivamente, sono 19mila le imprese che nel primo trimestre 2017 hanno abbandonato il mercato, ovvero il 5% in meno rispetto allo stesso periodo del 2016, toccando così il livello più basso dal 2009.
Sono invece 3.000 le imprese che hanno aperto una procedura fallimentare, per una riduzione del 17% rispetto a quanto rilevato nei primi tre mesi 2016. Si tratta di un rafforzamento del calo in atto dalla fine del 2014, quando i fallimenti avevano toccato il massimo storico. La diminuzione ha coinvolto tutte le diverse tipologie di impresa anche se le riduzioni risultano più marcate fra le società di persone (-27,4%) e fra le società di capitale (-17,6%) rispetto alle imprese organizzate in altre forme giuridiche (-4,3%).
A livello settoriale, il calo è generalizzato ma la tendenza risulta particolarmente marcata nell’industria (-22% rispetto allo stesso periodo del 2016), seguita dalle costruzioni (-18%) e dai servizi (-17%). Su un orizzonte di più lungo periodo, l’industria risulta tornata sui livelli pre-crisi (+7,3% rispetto al 2007), mentre costruzioni e servizi evidenziano ancora un importante gap (rispettivamente del +89% e +78%).
Con una diminuzione del 23%, il Nord Est guida il calo dei fallimenti, che tuttavia ha riguardato anche le altre aree del Paese: i fallimenti diminuiscono del 17% nel Mezzogiorno, del 15% nel Centro e del 14% nel Nord Ovest.
Dopo gli ultimi trimestri in cui si era interrotto il trend positivo, nei primi tre mesi del 2017 tornano a diminuire le chiusure volontarie di imprese: si stima infatti che tra gennaio e marzo siano state liquidate 15mila società “in bonis” (-1,6% rispetto allo stesso periodo del 2016), con un ritorno ai livelli del 2008.