
Il gruppo Generali ha chiuso i primi 9 mesi del 2017 con un utile netto di 1,463 miliardi di euro, in calo del 9,9% rispetto allo stesso periodo del 2016, ma sopra il consensus che si attestava a 1,427 miliardi.
Il risultato risente, spiega la società in una nota, di tre fattori particolari: il miglioramento del risultato non operativo della gestione finanziaria (minori oneri finanziari), il maggior impatto della fiscalità (che passa dal 30,7% al 31,6%) e il risultato delle attività operative cessate. Quest’ultimo presenta una perdita di 253 milioni che comprende la minusvalenza da valutazione delle attività olandesi oltre che l’utile del periodo derivante da tali attività. L’utile ante cessione risulterebbe in crescita del 7,2% a 1,9 miliardi. La vendita delle attività olandesi per 253 milioni di euro rientra in quella strategia di dismissioni in Paesi non core annunciata nel piano industriale e che dovrebbero fruttare a Generali una cifra attorno a 1 miliardo di euro.
Per quanto riguarda la raccolta, i premi emessi sul ramo vita sono diminuiti dello 0,7% a 36,067 miliardi di euro, mentre il ramo danni registra una crescita dell'1,4% dei premi emessi a 15,572 miliardi. I premi complessivi sono stabili a 51,638 miliardi, con la nuova produzione in flessione dell’1,5% a 32,138 miliardi.
Gli investimenti complessivi sostenuti sono aumentati del 3,3% a 543,8 milioni, mentre le masse gestite di parti terze sono salite del 13,2% a 63,8 miliardi.
Per quanto riguarda gli indicatori patrimoniali, l’economic solvency ratio migliora di 21 punti base rispetto a fine 2016 e si colloca al 215%, mentre il regulatory solvency ratio sale al 195% dal 178% precedente (+17 punti).
“I risultati dei primi nove mesi confermano l'ottimo andamento della nostra performance. Il business continua a crescere grazie all'esecuzione della nostra strategia determinando: l’aumento dei premi danni, in particolare nel ramo auto; la significativa raccolta netta del vita, ai vertici in Europa a 8,2 miliardi di euro, grazie principalmente ai prodotti unit-linked e protection; il forte aumento negli asset under management di terzi, superiore al 13%”, ha dichiarato il Cfo, Luigi Lubelli.