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Wu Xiaohui, 51 anni, ex presidente del colosso assicurativo cinese Anbang è stato condannato a 18 anni di carcere per una frode da 12 miliardi di dollari connessa con il finanziamento del gruppo. “Wu ha gravemente danneggiato la sicurezza degli investitori e la sicurezza finanziaria nazionale”, si legge tra le motivazioni della sentenza del tribunale cinese.
Fondata nel 2004 come assicuratore auto, Anbang ha conosciuto una rapida espansione in tutti i comparti, grazie anche alle spinte del governo, fino a raggiungere un giro d’affari di circa 300 miliardi di dollari, che hanno portato la compagnia di Pechino a iniziare a investire all’estero. In particolare, fece rumore nel 2015 l’acquisizione per quasi 2 miliardi di dollari del Waldorf Astoria di New York. La condanna del fondatore di Anbang è solo l’ultimo caso di regolamento di conti nel capitalismo statale cinese. Tra arrestati, auto-esiliati, rapiti e giustiziati dal plotone d’esecuzione si contano almeno sette grossi casi dal 2012, quando Xi Jinping ha lanciato la sua campagna anticorruzione, molto apprezzata dalle masse.