
Per il mondo del tennis il ritorno alla normalità è ancora di là da venire. Sono ancora ben impresse nella memoria le immagini dell’Adria Tour di un paio di settimane fa, con tribune stipate di gente senza mascherine e tanto meno alcun rispetto del distanziamento sociale, a Belgrado e a Zara. Era il torneo esibizione organizzato dal numero uno del mondo Novak Djokovic che si è trasformato in un naufragio dei più clamorosi. Una decina di contagiati tra tennisti, preparatori atletici, allenatori, mentre degli spettatori non si sa nulla, mentre Djokovic è finito sulla graticola dei Social.
Tuttavia, quanto a responsabilità, il torneo ha rispettato le norme in vigore nei Paesi che hanno ospitato le prime due tappe, ovvero Serbia e Croazia. Soprattutto in Serbia non esistono divieti formali, sebbene il governo suggerisca fortemente alcune precauzioni, soprattutto sul distanziamento sociale. Certo è che quella che doveva essere la festa dei Balcani per far ripartire il tennis mondiale si è trasformato in un terribile naufragio e pone nuovi interrogativi sulla gestione dei tornei dopo la crisi. Se è naturale che permangano forte dosi di incertezza per il resto del 2020, cominciano a preoccupare gli interrogativi per la stagione 2021 sia sul versante sanità/sicurezza, sia su quello economico. Ad esempio, il primo dei 4 Grande Slam in programma, gli Australian Open non saranno assicurati per la “pandemia”. Un portavoce del torneo ha detto a “Tennis Australia” che questa circostanza mette in serie difficoltà l’organizzazione del torneo per il prossimo anno. In pratica il contratto che ha sempre “difeso” lo Slam australiano da cancellazioni per motivi sanitari è scaduto proprio nel 2020 e per il 2021 non sarà possibile rinnovarlo a causa dell’aumento spropositato del premio assicurativo vista la situazione che mette a rischio lo svolgimento di tali manifestazioni e di altre simili.
Lo stesso problema lo avrà anche il torneo di Wimbledon che invece per l’edizione 2020 ha usufruito della copertura assicurativa che ha limitato fortemente i danni (recupero stimato intorno ai 114 milioni di euro). Se rischiano i grandi tornei la situazione è ancora più drammatica per gli altri tornei più piccoli, compresi gli Internazionali di Roma.