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“Le Api”, il patto di sindacato dei soci che nei mesi scorsi ha battagliato insieme al coordinamento di Casa Cattolica per impedire la vendita di Cattolica a Generali e la cancellazione della storica cooperativa veronese, ha presentato un esposto alla Consob e all’Ivass.
Nell’esposto la presidente del Patto “Le Api”, Paola Boscaini, chiede tra le altre cose di valutare “un ricambio completo dell’Organo Amministrativo” di Cattolica Assicurazioni e solleva perplessità sulle “modalità di gestione di Cattolica Assicurazioni sulle scelte operate nel 2020 dal Consiglio di amministrazione senza aver compiutamente informato i soci delle conseguenze che potevano esserci in relazione ad accordi sottoscritti con i Partner”.
Secondo Boscaini l’attività di Cattolica avrebbe inoltre “generato un clima irrimediabilmente conflittuale verso una pluralità di soci, costringendo gli organi giudiziari ad occuparsene, con indagini che risultano tuttora in corso”.
L’esposto fa anche riferimento alla “dura ed esplicita presa di posizione da parte del Banco BPM”, che ha trovato pronta risposta da Cattolica che ha contestato in toto gli addebiti mossi che, come ha indicato la compagni, potrebbe aver creato danni reputazionali.
In questo contesto “il mercato ha reagito, come era facile prevedere, con un ulteriore, forte, progressivo e tuttora attuale deprezzamento del titolo”. La questione riguarda scelte di gestione che sono state oggetto di assemblee straordinarie nella scorsa estate. Molti soci veronesi avevano contestato votando contro le proposte del Cda considerando l’ingresso di Generali un controllo di fatto della compagnia veronese. Ora il Banco sembra ripercorre le stesse osservazioni, che conducevano per alcuni soci al lancio obbligatorio di un’opa. La Consob finora non ha ordinato questo a Generali, mentre l’Ivass ha dato il via libera a Generali di salire fini al 49.9%.
Insomma, il sereno sulle sponde dell’Adige è ancora là da venire.