Il tribunale di Besançon ha condannato Axa a pagare un indennizzo provvisorio di 460.000 euro al proprietario di tre birrerie chiuse per Covid, in attesa del calcolo esatto della perdita subita dalla chiusura forzata a causa dell’emergenza sanitaria.
Il proprietario dei tre locali può incassare la somma che va a compensare la sua perdita di esercizio, grazie alla decisione del tribunale, la prima in questo senso, in Borgogna.
Il caso rientra nella ormai nota vicenda delle polizze business interruption e dell’atteggiamento delle compagnie che hanno rifiutato i sinistri non essendo in presenza di danni materiali o per l’esclusione della pandemia dalle clausole di polizza.
Il titolare dei tre locali, Cédric Sautrot, ha spiegato alla stampa francese che sul suo contratto di polizza “c’è scritto nero su bianco che siamo assicurati contro malattie contagiose ed epidemie”. Il dibattito processuale si è concentrato su una clausola di esclusione specifica: “se almeno un altro stabilimento è oggetto nello stesso territorio dipartimentale di un provvedimento di chiusura amministrativa per identica causa”, l’indennizzo non è più garantito.
L’avvocato dell’assicurato ha fatto leva su questa clausola, definendola come una vera e propria sciocchezza e il tribunale, sulla base delle norme del codice civile e del codice delle assicurazioni ha finito per dargli ragione, osservando come la clausola in discussione non potesse essere applicata in quanto fonte di confusione e soggetta a essere interpretata nei più diversi modi.
È chiaro che la posta in gioco è molto alta. In Francia, centinaia di ristoratori, gestori di locali che hanno assicurati con Axa si trovano in una situazione di stallo. Non esiste infatti uniformità di giudizio.
Alcune giurisdizioni, come Parigi, Marsiglia o Lille, si sono già pronunciate contro l’assicuratore, mentre altre hanno invece dato ragione alla compagnia.
Axa ha deciso di ricorrere sistematicamente alle decisioni sfavorevoli, mentre alcuni assicuratori hanno deciso di indennizzare i propri clienti.
Considerati i tempi lunghi della giustizia i ricorsi di Axa restano ancora sospesi nel vuoto, in quanto non sono ancora state pronunciate sentenze d’appello in merito.
Secondo gli esperti legali di Besançon l’importo esatto della perdita operativa di Cédric Sautrin dovrebbe essere ben superiore all’indennizzo provvisorio di 460.000 euro.
“Dall’inizio della crisi sanitaria, è molto complicato per noi, considerando che avendo più di cinquanta dipendenti, non abbiamo potuto beneficiare del fondo di solidarietà di dicembre pari al 20% del fatturato mensile”, ha spiegato Cédric Sautrot. “C’è stata una parziale attività che ha permesso di evitare qualsiasi licenziamento, ma abbiamo costi fissi elevati, con affitti che superano i 10.000 euro al mese. Il secondo lockdown è stato difficile da digerire, eravamo molto preoccupati per il futuro. La decisione del tribunale contribuirà a garantire la sostenibilità delle nostre attività, ma se in appello dovessimo perdere, dovremmo rimborsare Axa”. E questa resta la grande incognita sul futuro delle tre birrerie di Cédric Sautrot.