Fondazione Crt ha aderito con la sua partecipazione dell’1,232% al patto di consultazione fra Francesco Gaetano Caltagirone e Leonardo Del Vecchio.
Tra l’arrivo dell’ente torinese e i recenti acquisti di azioni dei due grandi soci privati, l’accordo parasociale sale quindi al 12,334% del capitale di Generali. Una quota che si avvicina al 12,9% in mano a Mediobanca, da sempre socio di riferimento del gruppo triestino.
“Aderiamo al patto per partecipare attivamente al piano industriale e all’elaborazione di una politica di maggiore sviluppo e creazione di valore del Gruppo”, ha spiegto il presidente della Fondazione Crt, Giovanni Quaglia, all’Ansa. “La nostra idea è di costruire non di distruggere. Bisogna operare al meglio perché l’azienda cresca e crei valore”.
Continuano dunque le manovre in vista del rinnovo del consiglio di amministrazione di Generali e della governance.
Uno dei punti centrali è il ruolo del group ceo, Philippe Donnet, che ha dato disponibilità per il suo terzo mandato, ma che è nel mirino di due dei principali azionisti privati del Gruppo: il vicepresidente, Francesco Gaetano Caltagirone, e il patron di Luxottica, Leonardo Del Vecchio.
Del Vecchio e Caltagirone, ha ricordato un recente report di Equita, ritengono che Generali debba crescere per linee esterne per accorciare le distanze rispetto a rivali come Axa, Allianz e Zurich, e che sia necessaria una discontinuità manageriale per fare un salto dimensionale, contestando a Donnet una crescita dimensionale troppo lenta).