Le immatricolazioni a gennaio in ambito UE, Gran Bretagna e Paesi Efta sono risultate pari a 1,014 milioni, in rialzo dell'11,5% su base annua.
Lo rende noto Acea, l'associazione dei produttori europei di autoveicoli. Nella sola UE le immatricolazioni sono risultate in aumento del 12,1% a 851.689 unità. In particolare, i principali mercati hanno registrato tutti una crescita significativa, con Germania (+19,1%), Italia (+10,6%), Francia (+9,2%) e Spagna (+7,3%) che hanno raggiunto guadagni elevati a una o due cifre. Guardando alle varie tipologie di auto nel mercato UE, a gennaio, le auto elettriche a batteria si sono attestate su una quota del 10,9% (rispetto al 9,5% di gennaio 2023), mentre le auto ibride elettriche detengono una quota di quasi il 30%, consolidando la loro posizione come la seconda scelta preferita dagli acquirenti. La quota di mercato combinata delle auto a benzina e diesel è risultata pari a quasi il 50%, segnando un calo rispetto al 54% registrato un anno fa.
Nonostante la crescita, l'Italia conserva l'ultimo posto per le auto “con la spina” (ECV) con una quota in calo al 4,9%, somma del 2,1% per le BEV e 2,8% per le PHEV, superata a distanza da Germania (BEV al 10,5%, PHEV 6,7%), Francia (BEV 16,4%, PHEV 8,6%), Regno Unito (BEV 14,7%, PHEV 8,4%), Spagna (BEV 4,9%, PHEV 6,7%).
Nel totale del mercato europeo di gennaio le BEV sono a quota 11,9% (+1,6 punti percentuali) le PHEV a 7,9% (+0,8 p.p.).
“Siamo in attesa della pubblicazione del Dpcm con il nuovo schema degli incentivi 2024 e del relativo aggiornamento della Piattaforma Invitalia per rendere operativi gli incentivi stessi”, afferma il direttore generale dell'Unrae (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri), Andrea Cardinali. “I tempi appaiono però ancora lunghi e l'attesa sta generando una paralisi del mercato, confermata anche dai modesti dati sulle immatricolazioni di vetture BEV e PHEV nel mese, che ostacola il percorso di transizione energetica. Il nuovo schema accoglie alcune richieste dell'Unrae ma, come più volte sollecitato, per lo sviluppo della mobilità a zero emissioni è fondamentale che il price cap per la fascia 0-20 g/Km venga eliminato, o quantomeno innalzato allineandolo a quello della fascia 21-60 g/Km. Ci auguriamo che tale modifica possa essere contenuta nel Dpcm che verrà pubblicato. Per lo stesso motivo, auspichiamo vivamente che in corso d'anno i fondi residui degli incentivi 2023 vengano interamente allocati sulla prima fascia o sulle prime due”.