
Secondo la ricerca Nomisma per Athora Italia, gli italiani affrontano il futuro con un sentimento diffuso di insicurezza, particolarmente accentuato tra le donne e i residenti del Mezzogiorno. L’indagine, prima di tre wave previste per il 2025, rivela come il 76% degli abitanti del Centro Italia ritenga più difficile risparmiare rispetto alla generazione precedente, contro il 64% del Nord e del Sud. Le preoccupazioni maggiori?
L’aumento dei prezzi (88% donne vs 77% uomini), la stabilità del governo (53% vs 37%) e l’adeguatezza della pensione pubblica (74% donne vs 62% uomini).
I giovani under 45 si distinguono per un cauto ottimismo: il 17% crede in un miglioramento della capacità di risparmio familiare nei prossimi anni, contro il 10% degli over 45. Tuttavia, le difficoltà economiche emergono con forza quando si parla di spese impreviste: ben il 42% dei residenti al Sud e nelle Isole dichiara di non poter far fronte a una spesa improvvisa di 1.500 euro, contro il 20% del Nord.
Le differenze geografiche si accentuano sul tema previdenziale: al Nord il 29% possiede una pensione integrativa, quota che crolla al 13% nel Mezzogiorno. “Siamo di fronte a un paradosso, da un lato la consapevolezza della necessità di pianificare, dall’altro una paralisi decisionale dettata dall’incertezza”, commenta Sergio Sorgi, sociologo di Progetica.
L’analisi mette in luce un’Italia profondamente divisa. Se al Nord l’87% delle famiglie valuta positivamente la propria situazione economica, al Sud questa percentuale scende drasticamente, con il 27% che la giudica insufficiente o pessima. Questo divario si riflette anche nella capacità di investire: mentre al Nord prevale un approccio più strutturato con il 51% che si affida a consulenti finanziari, al Sud e nelle Isole il 31% preferisce gestire autonomamente i propri risparmi, spesso a causa di minore accesso a servizi di consulenza qualificata.
L’indagine svela anche un approccio frammentato agli investimenti: 1 italiano su 4 (31% al Sud) agirebbe in autonomia, mentre il 44% si affiderebbe a un consulente bancario (51% al Nord). Questo scenario evidenzia il cruciale ruolo dell’educazione finanziaria, oggi carente trasversalmente tra generi, età e territori. Mentre il Nord mostra maggiore resilienza (il 59% affronta spese improvvise di 800 euro senza difficoltà), il Sud paga il prezzo di un divario economico che si traduce in minore capacità di programmazione e maggiori ansie per il domani.