
BNP Paribas è in trattative con la Banca Centrale Europea per definire il trattamento regolamentare dell’acquisizione dell’unità di gestione investimenti di AXA, condotta tramite la propria divisione assicurativa.
Secondo quanto riferisce Insurance Business, il punto centrale delle discussioni è se l'operazione possa rientrare nel cosiddetto “Danish Compromise”, un regime che consente alle banche di detenere partecipazioni significative in società assicurative senza dover applicare penalizzazioni patrimoniali più severe.
Tuttavia, la BCE sta valutando se classificare l'operazione come un'acquisizione di asset management, settore che non beneficia delle agevolazioni previste dal Danish Compromise.
Il Cfo di BNP Paribas, Lars Machenil, ha spiegato che se la BCE dovesse decidere di non applicare questo trattamento favorevole, l'impatto sul coefficiente CET1 della banca sarebbe più pesante, salendo a 35 punti base rispetto ai 25 inizialmente stimati. La chiusura della transazione è prevista per l'inizio di luglio.
La presidente del Consiglio di Vigilanza della BCE, Claudia Buch, ha recentemente ribadito che il Danish Compromise è destinato al settore assicurativo e non a quello della gestione patrimoniale.
La trattativa avviene in un momento in cui BNP Paribas ha presentato risultati contrastanti nel primo trimestre del 2025: i ricavi sono cresciuti del 3,8% su base annua, raggiungendo 12,96 miliardi di euro, trainati da una forte performance della divisione corporate e investment banking, con un aumento del 42,1% nei ricavi da equity e prime services e del 4,4% nel trading di titoli a reddito fisso. Nonostante i ricavi in aumento, l'utile netto è sceso del 4,9% a 2,95 miliardi di euro, anche a causa dei costi legati alla reintegrazione delle attività ucraine. BNP Paribas ha comunque confermato i propri obiettivi fino al 2026, che prevedono una crescita annuale dell'utile netto superiore al 7% e un ritorno sul capitale tangibile del 12%.