
Per i broker si apre una fase di grandi opportunità e, al tempo stesso, di nuove sfide. Secondo una ricerca condotta da Ortec Finance e rilanciata da Insurance Business, l’83% delle compagnie assicurative e dei gestori di asset prevede di aumentare la propria esposizione al rischio nei prossimi dodici mesi, con uno su cinque che ipotizza addirittura un incremento “significativo”.
La leva principale è l’espansione dei capitali disponibili per gli investimenti: il 77% degli operatori dichiara di avere in vista maggiori risorse, mentre appena il 2% non scorge prospettive di crescita. Una spinta che, inevitabilmente, si rifletterà sull’offerta al cliente finale.
Per i broker significa poter contare su prodotti più innovativi, prezzi più competitivi e capacità ampliata in molte linee di business. “Le condizioni nei mercati privati sono giudicate nettamente migliori rispetto allo scorso anno, con un focus su private debt, private equity e real estate”, evidenzia il report.
Naturalmente, maggiore propensione al rischio implica anche un rafforzamento delle pratiche di controllo. “Quattro operatori su cinque dichiarano di voler incrementare investimenti e sforzi in ambiti come stress test, scenari e gestione attivo-passivo nei prossimi due anni”, spiega Ortec Finance. Per i broker questo si traduce in interlocutori più attrezzati, con modelli di valutazione sofisticati e un’attenzione crescente all’efficienza del capitale, soprattutto alla luce dei requisiti di Solvency II.
Un capitolo centrale è la tecnologia. Tutti i gruppi assicurativi intervistati hanno confermato l’intenzione di espandere l’uso dell’intelligenza artificiale, con quasi la metà che prevede un aumento del budget di almeno il 75% nel prossimo anno. L’AI è già applicata nell’analisi degli investimenti e nel monitoraggio dei rischi, ma il suo impatto sul pricing e sulla strutturazione dei portafogli non tarderà a farsi sentire. Per i broker, confrontarsi con compagnie dotate di strumenti predittivi e capacità di reazione in tempo reale significherà avere a disposizione prodotti più mirati e competitivi, ma anche dover rispondere a clienti sempre più esigenti e informati.
Gli analisti sottolineano inoltre che la riassicurazione tornerà a giocare un ruolo chiave, soprattutto per liberare capitale nelle compagnie vita con garanzie a lungo termine. Anche qui i broker potrebbero trovarsi a mediare soluzioni nuove, con margini di manovra maggiori per costruire coperture su misura.
Il quadro è chiaro: più capitale e più rischio da parte delle compagnie equivalgono a più opportunità commerciali per i broker, ma la posta in gioco è più alta. Chi saprà interpretare in anticipo le nuove logiche di mercato e dialogare con interlocutori sempre più tecnologici avrà un vantaggio competitivo decisivo.