
In seguito ai tagli del ministero del Tesoro, dallo scorso 31 marzo i circa 30 mila Vigili del Fuoco di tutta Italia, in caso di incidente sul lavoro, devono pagarsi da soli le spese sanitarie. A portare alla luce la vicenda una interrogazione in Parlamento di Maria Edera Spadoni, deputa del Movimento 5 Stelle, rilanciata dal Fatto Quotidiano. I tagli all’ONA (, l’Opera Nazionale di Assistenza, ente benefico che si occupava dell’assicurazione per gli infortuni, i danni subiti e le visite mediche) erano incominciati nel 2008 con una riduzione dei fondi del 50%, un ulteriore taglio era avvenuto nel 2011, quindi a marzo la disdetta di tutte le polizze.
E cominciano a vedersi le conseguenze. A metà aprile Francesco Sicilia è rimasto ustionato nelle operazioni di spegnimento di un incendio insieme a un collega: ricoverato al pronto soccorso dell’Ospedale di Parma si è dovuto pagare fisioterapia, guanti speciali per le ustioni e ricovero di tasca propria. L’unico modo per ottenere qualcosa è aprire una causa di servizio, ma con i tempi della giustizia italiana lo sforzo rischia di essere maggiore dei benefici che se ne possono trarre.
I sindacati hanno trovato numerosi ostacoli sul loro cammino, primo fra tutti il continuo cambio degli interlocutori politici con i quali discutere la questione: prima delle elezioni l’ex ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri aveva assicurato di volersi occupare della questione, ora la trattativa ha sceso un gradino della scala gerarchica e l’interlocutore è diventato il sottosegretario Gianpiero Bocci.
L’ultimo tentativo a livello istituzionale è quello di Maria Edera Spadoni, deputa del Movimento 5 Stelle che ha presentato un’interrogazione, dove si punta il dito anche sulle cattive condizioni di lavoro del corpo dei Vigili del Fuoco. Una condizione di precariato che danneggia l’efficienza e rischia di non garantire una corretta assistenza. “L’assistenza sanitaria al personale - si legge in una lettera di protesta dell’USB VVF - non può ricadere sui singoli lavoratori lasciati completamente in balia delle assicurazioni private o polizze che proprio per la pericolosità di lavoro dai Vigili del Fuoco svolto, risultano costose ed inadeguate”. Se le risorse riservate alle assicurazioni risultano essere azzerate, la situazione logistico-operativa delle varie squadre non se la passa certo meglio. In dieci anni il Corpo ha subito tagli del 35%, si è diffusa una situazione di precariato che rischia di abbassare l’efficienza delle operazioni di soccorso e assistenza. Alle cure termali dei parlamentari si può rinunciare, ai 13-17 miliardi di euro destinati agli F35 anche: la sicurezza dei cittadini, invece, è imprescindibile. Attualmente il rapporto fra Vigili del Fuoco e cittadini è di 1 a 2000, ma perché questa proporzione non si abbassi occorre intervenire subito. Senza fondi si rischia una crisi delle “vocazioni” e, conseguentemente, un’Italia incapace di fronteggiare le emergenze.