
La copertura assicurativa per i sinistri derivanti da colpa grave non è prevista dal 62,7% delle aziende sanitarie e ospedaliere, con grave rischio per medici e pazienti.
Crescono in media del 4,6% all’anno i premi assicurativi che asl e ospedali pagano alle compagnie, riflettendo il deciso incremento delle richieste di risarcimento (+24%). Tuttavia, diminuisce del 75% l’importo complessivo dei danni liquidati.
Insomma, siamo di fronte a una anomalia. Pensiamo solamente che il ricorso alla medicina “difensiva” costa allo Stato una somma tra i 10 e i 14 miliardi di euro. Che potrebbe essere abbattuta se medici e operatori sanitari potessero operare senza rischiare personalmente il default finanziario.
Sono questi i dati più significativi dello studio statistico realizzato dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori e disavanzi sanitari.
Va detto che di fronte a questo difficile rapporto tra sanità e assicurazioni si è fatta strada la scelta autonoma di alcune Regioni, attraverso la creazione di un fondo gestito ad hoc. Al momento hanno intrapreso questa strada Toscana, Friuli Venezia Giulia, Liguria e Basilicata.
“Un intervento centrale del Ministero della Salute – spiega il Presidente della Commissione Antonio Palagiano - che uniformi i vari sistemi regionali, indirizzandoli verso una sostanziale razionalizzazione della spesa assicurativa e dei numeri dei dipendenti, è di fondamentale importanza in un momento di crisi e tagli alla sanità come questo, in cui i bilanci in rosso delle aziende si ripercuotono pesantemente, come vediamo ogni giorno dalle cronache, sul diritto, costituzionalmente previsto, alla tutela della salute”.