Dal 1° gennaio 2025, tutti gli immobili destinati all’affitto a breve termine dovranno esporre il CIN o Codice Identificativo Nazionale. Tuttavia, secondo l’indagine commissionata da Facile.it a mUp Research e Norstat, il 33% dei proprietari non è a conoscenza di questo obbligo.
La maggior parte di coloro che affittano a breve termine lo fa come fonte di reddito aggiuntiva, non come attività principale. Il discorso cambia se si segmenta il campione per fasce anagrafiche; guardando ai rispondenti con età compresa fra i 25 ed i 34 anni, questa è attività professionale per il 61,3% degli intervistati che, così, si sono creati un lavoro. Le motivazioni principali per affittare a breve termine sono garantirsi maggiori guadagni, proteggersi dai rischi degli inquilini morosi e avere più libertà sull'uso dell'immobile.
Dati alla mano, solo il 20% dei proprietari è pronto per la nuova norma.
Alcuni proprietari, il 9,3% non hanno ancora richiesto il CIN perché ritengono che l'attività sia diventata troppo complicata, percentuale che arriva a sfiorare il 14% tra i proprietari residenti al Sud e nelle Isole. La legge prevede anche l'installazione di dispositivi di sicurezza all'interno delle case in affitto breve, come rilevatori di fumo e estintori e il 63% dei proprietari ha già preso provvedimenti in questo senso, e anche per quanto riguarda gli estintori quasi 2 proprietari su 3 si sono messi in regola. Si ferma al 49%, invece, la percentuale di chi ha installato il rilevatore di monossido di carbonio.
Seppur non obbligatoria, se non in alcune regioni, il 65% dei proprietari ha dichiarato di aver sottoscritto una polizza casa per tutelarsi da eventuali danni agli ospiti durante il soggiorno; il 68%, invece, ha un’assicurazione che tutela l’immobile stesso da eventuali danni arrecati dagli affittuari.