
Secondo Allianz Global Corporate & Specialty (AGCS) le aziende devono prepararsi ad un aumento di disordini civili, dovuti a un incremento del costo della vita che segue a ruota la pandemia di Covid.
Con l’indebolimento della fiducia nelle fonti tradizionali di informazione e di leadership, il ruolo dei social media nell’organizzazione di manifestazioni popolari sta diventando sempre più determinante. Scioperi, sommosse e violenti movimenti di protesta rappresentano un rischio per le aziende che, oltre a subire costosi danni materiali agli edifici o ai beni, possono risentire di gravi interruzioni dell’attività a seguito dell’impossibilità di accedere ai locali con relativa perdita di profitto.
“I disordini civili rappresentano, a confronto col terrorismo, un rischio sempre maggiore per molte aziende”, afferma Srdjan Todorovic, head of crisis management per Regno Unito e Paesi nordici di AGCS.
“È improbabile che i disordini sociali si attenuino presto, viste le ripercussioni del Covid-19, la crisi del costo della vita e i cambiamenti ideologici che continuano a dividere le società di tutto il mondo. Le aziende devono prestare attenzione a qualsiasi indicatore sospetto e definire percorsi chiari per la risposta e l’allentamento della tensione, in modo da anticipare e scongiurare il rischio di danni ai dipendenti e/o alle proprietà aziendali e personali”.
Le Nazioni Unite hanno messo in guardia dal potenziale destabilizzante dell’interruzione delle supply chain e dall’aumento dei prezzi di alimenti, carburante e fertilizzanti, in particolare considerando che Russia e Ucraina rappresentano circa il 30% dell’approvvigionamento mondiale di grano. "Tutto questo sta gettando i semi per instabilità politica e disordini in tutto il mondo", ha dichiarato il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres nel marzo 2022. In questo contesto, la società di consulenza Verisk Maplecroft ritiene “inevitabile un aumento dei disordini civili nei Paesi a medio reddito, che sono stati in grado di offrire protezione sociale durante la pandemia ma che ora avranno difficoltà a mantenere quel livello di spesa visto l’aumento del costo della vita”. Secondo le Verisk Civil Unrest Index Projections, 75 Paesi vedranno probabilmente un aumento delle proteste entro la fine del 2022, tra questi Stati Uniti, Argentina, Brasile e Spagna, con conseguente aumento della frequenza di tali fenomeni e dei danni alle infrastrutture e agli edifici.
Le perdite economiche e assicurative causate dalle precedenti proteste sono state significative e hanno creato ingenti richieste di risarcimento per le aziende e i loro assicuratori. Nel 2018, il movimento dei “Gilet Jaunes” in Francia si è radunato per protestare contro i prezzi del carburante e la disuguaglianza economica, facendo perdere ai commercianti francesi 1,1 miliardi di dollari di entrate in poche settimane.
Un anno dopo, in Cile, si sono scatenate delle manifestazioni su larga scala dovute all’aumento delle tariffe della metropolitana, con perdite assicurate pari a 3 mld di dollari.
Negli Stati Uniti si stima che le proteste del 2020 per la morte di George Floyd per mano della polizia abbiano provocato sinistri assicurati per oltre 2 mld di dollari, mentre le rivolte sudafricane del luglio 2021, seguite all’arresto dell’ex presidente Jacob Zuma e alimentate dai licenziamenti e dalla disuguaglianza economica, hanno causato danni per 1,7 mld di dollari.
All’inizio di quest’anno in Canada, Francia e Nuova Zelanda le manifestazioni contro le restrizioni dovute alla pandemia di Covid-19, con l’utilizzo di convogli di veicoli, hanno creato gravi disagi nelle principali città.