
Allstate registra una trimestrale decisamente brillante, spinta da una solida performance nella sottoscrizione e da ritorni sugli investimenti in crescita. Il colosso assicurativo americano con sede a Northbrook, Illinois, ha chiuso il secondo trimestre con un utile netto rettificato di 1,59 miliardi di dollari, pari a 5,94 dollari per azione, quasi quadruplicando i risultati dello stesso periodo del 2024, quando aveva registrato un utile di 429 milioni di dollari, o 1,61 dollari per azione.
Come riportato da Reuters, il miglioramento è stato trainato principalmente dalla divisione property-liability, che ha registrato un reddito da sottoscrizione di 1,28 miliardi di dollari, una netta inversione di tendenza rispetto alla perdita di 145 milioni di dollari di un anno fa.
"Un underwriting disciplinato e mirato ci ha permesso di generare margini solidi in un contesto ancora segnato da incertezze macroeconomiche e dai timori legati a eventi climatici estremi", ha commentato un portavoce dell’azienda.
A testimoniarlo c'è anche il combined ratio sottostante, sceso a 79,5% dal precedente 85,3%, confermando che Allstate ha incassato premi superiori ai costi sostenuti per sinistri e spese operative.
Non è l’unica a brillare nel settore: anche altri big player come Travelers e Chubb hanno battuto le attese, forti di strategie di sottoscrizione efficaci e gestione prudente dei portafogli. Sul fronte degli investimenti, Allstate ha visto i rendimenti salire a 754 milioni di dollari, rispetto ai 712 milioni dell’anno scorso, contribuendo ulteriormente al balzo dell’utile trimestrale.
In un periodo in cui famiglie e imprese si mostrano sempre più attente alla protezione dai rischi, le compagnie assicurative tornano sotto i riflettori per la loro capacità di reagire con resilienza ed efficienza. Allstate, almeno per ora, sembra aver imboccato la strada giusta.