L’utilizzo della bicicletta per i percorsi urbani si sta diffondendo sempre di più, ma non sempre prestando attenzione alle regole del codice della strada e, anche per questo, gli incidenti mortali che coinvolgono ciclisti sono aumentati secondo l’Istat del 9,6% in un anno, con un dato statistico allarmante: ogni 32 ore si registra il decesso di un ciclista.
Secondo un recente sondaggio realizzato su un campione di circa 1.000 italiani maggiorenni, in cima alle regole non rispettate dai ciclisti c'è la mancata dotazione di faretti e catarifrangenti sulla bicicletta (87%), seguita dal mancato utilizzo del casco (71%).
Altre volte, invece, i ciclisti subiscono le imprudenze commesse dagli automobilisti anche a causa della mancanza di piste ciclabili nel nostro Paese che obbliga quindi i ciclisti a pedalare sulla stessa carreggiata delle auto. Sebbene il codice della strada non ne imponga l’uso, i ciclisti farebbero bene a dotarsi di uno specchietto retrovisore che attualmente è montato solamente su tre biciclette ogni dieci.
Scorrendo la classifica delle abitudini più pericolose dei ciclisti (e contrari anche al Codice della strada) troviamo l’abitudine a pedalare sul marciapiede facendo zig zag fra i pedoni (lo fa il 60%) e il mancato utilizzo del giubbotto catarifrangente (53%).
Anche la troppa sicurezza in se stessi può essere pericolosa: il 33% degli intervistati non viaggia in fila indiana quando esce in gruppo con altri ciclisti, e il 17% viaggia senza mettere le mani sul manubrio.
Sotto al 10%, ma comunque tutti pericolosi, anche gli ultimi comportamenti entrati in classifica: il 9% degli intervistati porta con sé anche passeggeri maggiorenni, il 6% resta in sella alla bici con il cane al guinzaglio e il 4% si lascia trainare da un amico in auto tenendosi alla portiera.