
Nonostante la generale stagnazione del mercato automobilistico, che ad agosto ha segnato un lieve calo del 2,4% a livello complessivo in Italia, le auto a zero emissioni continuano a macinare numeri positivi.
Secondo i dati diffusi da Motus-E, il mese appena trascorso ha visto l’immatricolazione di 3.270 veicoli completamente elettrici, registrando un balzo in avanti del 37,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Una crescita che ha portato la quota di mercato delle elettiche al 4,8%. Anche guardando all’intero 2025, il trend si conferma in ascesa: nei primi otto mesi, le immatricolazioni di veicoli elettrici sono state 53.736, con un incremento del 31,1% e una quota di mercato che si è attestata al 5,1%.
Il parco circolante elettrico nel nostro Paese ha così superato le 327 mila unità.
Tuttavia, il quadro cambia radicalmente se si amplia lo sguardo al contesto europeo. Se l’Italia a luglio si fermava al 4,9% di market share, Paesi come la Francia (16,8%), la Germania (18,4%) e il Regno Unito (21,3%) mostrano ben altra velocità. Numeri ancora più sorprendenti arrivano da Belgio e Olanda, dove le auto elettriche hanno raggiunto quote di mercato rispettivamente del 31,8% e del 30,9%. È evidente il divario che separa il nostro Paese dai principali mercati europei.
La crescita delle immatricolazioni in Italia, dunque, avviene nonostante le difficoltà, un dato che Fabio Pressi, presidente di Motus-E, analizza con chiarezza: “Le immatricolazioni elettriche italiane continuano a crescere nonostante la stagnazione del mercato e l’incertezza legata ai nuovi incentivi”. Pressi sottolinea l’urgenza di un intervento legislativo, chiedendo di “chiarire rapidamente le regole, limitando al massimo i paletti per l’ottenimento dei bonus e accelerando sulla messa a terra delle risorse”. L’efficacia di strumenti incentivanti chiari e stabili nel tempo è dimostrata dai “major market Ue, anche in Paesi del Sud Europa come la Spagna”.
L’appello del presidente di Motus-E non si ferma però agli incentivi per i privati. Egli mette in luce un altro punto cruciale: il ruolo delle flotte aziendali, per le quali è necessaria una revisione fiscale ferma agli anni ‘90. A suo dire, questo canale è una “chiave decisiva per rendere più moderno, sostenibile e sicuro il parco circolante italiano, ed è in grado di accelerare anche lo sviluppo del mercato dell’usato elettrico, a beneficio di tutte le famiglie e gli individui che non possono permettersi un’auto nuova”.