
Se è vero che l’auto più rubata in Italia è la Fiat Panda, nelle regioni settentrionali del nostro Paese sta sempre più prendendo piede la piaga dei furti su commissione, dove gli elementi più ricercati non sono solo le auto ma, soprattutto, gli strumenti tecnologici.
Si tratta di operazioni velocissime che vengono messe in atto solitamente spaccando un vetro anteriore e dopo aver aperto le portiere, con alcuni strumenti tipici del mestiere, viene divelto il tunnel centrale ed estratto lo schermo insieme a tutto il corpo dell’infotainment e, in alcuni casi, anche della costosa unità di gestione della climatizzazione.
Se richiesto, anche il volante viene asportato, piuttosto che i fari, le calandre e in alcuni casi anche le portiere. Dopodiché i ladri si dileguano con la refurtiva. Particolarmente prese di mira le BMW, i cui proprietari devono sborsare somme ingenti, si parla di circa 10.000 euro, per sostituire l’impianto di navigazione e riposizionare le varie componenti.
Danni che oltretutto non sono sempre pagati dall’assicurazione. Nel caso in cui l’automobilista sia coperto contro gli atti vandalici, se il danno avviene entro il primo anno di acquisto dell’auto, la polizza coprirà l’intero ammontare, al netto comunque delle franchigie. Dopo il primo anno le cose cambiano, poiché subentra la svalutazione del veicolo e le assicurazioni non si fanno più garanti dell’intero danno. Per ipotesi, se l’auto ha subito una svalutazione del 50% rispetto al valore iniziale, rimborseranno il 50% del costo dei ricambi, mentre la mano d’opera dovrebbe essere interamente coperta, il tutto sempre al netto di una eventuale franchigia.