
E all’improvviso si depongono le armi. Torna la pace tra Cattolica Assicurazioni e Banco Bpm sotto forma di un accordo di bancassicurazione che mette fine alle divergenze e definisce termini e modalità di adeguamento e di prosecuzione della partnership bncassicurativa.
L’intesa è stata raggiunta sulla base della rinuncia di Banco Bpm all’opzione di acquisto già esercitata sulla quota delle joint venture con Cattolica, il riconoscimento alla banca guidata da Giuseppe Castagna di un diritto di uscita anticipata dalla partnership, la cui durata originaria era fissata fino al 2033, esercitabile nel periodo compreso tra l’1 gennaio 2023 e il 30 giugno 2023, eventualmente posticipabile dal Banco di sei mesi in sei mesi per tre volte sino alla fine del 2024.
Si chiude così il contenzioso nato con la richiesta del Banco Bpm di riacquistare le joint venture con Cattolica a un prezzo più che dimezzato rispetto a quello pagato dalla compagnia veronese, in ragione di un presunto cambio di controllo dopo l’ingresso delle Generali. Cattolica replicò con una richiesta danni da mezzo miliardo di euro.
L’accordo prevede l’assegnazione a Banco Bpm di un’opzione non condizionata di acquisto del 65% delle joint-venture Vera Vita e Vera Assicurazioni.
Il prezzo di esercizio dell’opzione è legato a quelli che vengono chiamati «own funds» (fondi propri) - escluse le passività subordinate e includendo gli eventuali utili fino alla data di trasferimento delle partecipazioni - da calcolarsi al semestre antecedente l’esercizio dell’opzione.
A tale valore vanno aggiunte una componente fissa di 60 milioni di euro (26 dei quali a fronte della rinuncia da parte di Cattolica ad estendere l’accordo distributivo alle filiali di Banco Bpm servite da un altra compagnia) e una componente eventuale di 50 milioni da corrispondersi in via differita, solo nel caso in cui per un periodo di 4 anni non si verifichino eventi che abbiano effetto sul controllo di Cattolica da parte di Generali o di altri soggetti.