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EMAPI, tagli alla sanità e riduzione delle pensioni mettono a rischio il welfare

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Lunedì, 29 Ottobre, 2012 - 06:25
Autore: Gillespie

I tagli alla sanità pubblica e la crisi economica mettono sempre più in difficoltà gli italiani di fronte ai problemi della salute. L’effetto della minore assistenza sanitaria combinato con la prevista riduzione delle pensioni rischia di colpire pesantemente, in prospettiva, le famiglie delle persone non autosufficienti. Questa situazione coinvolge anche i liberi professionisti che durante il convegno “Nuovi orizzonti del welfare: assistenza sanitaria integrativa e long term care” organizzato da EMAPI - Ente di Mutua Assistenza per i Professionisti Italiani - hanno lanciato l’allarme sul rischio-crisi del sistema del welfare e proposto soluzioni concrete per le patologie più gravi e per l’assistenza ai non autosufficienti. 

Secondo l’ultimo Rapporto Sanità del CEIS dell’Università di Roma Tor Vergata, curato dal professor Federico Spandonaro, intervenuto al convegno, la spesa socio-sanitaria annua media delle famiglie ammonta a 1.840 euro, ovvero il 5,8% dei loro consumi; già con la crisi del 2009 (ultimi dati disponibili) il consumo effettivo si è ridotto considerevolmente (meno 5,6% rispetto al 2008), con un crollo significativo per i ricoveri a pagamento, ma anche per i servizi classificati come ausiliari (infermieri, fisioterapisti, etc.). Si riducono invece molto poco, perché evidentemente non comprimibili, le spese per la farmaceutica e per gli anziani non autosufficienti.

Demetrio Houlis, presidente di EMAPI, associazione senza finalità di lucro, costituita da 8 enti previdenziali (Cassa Geometri, Cassa Notariato, ENPAB, ENPACL, ENPAP, ENPAPI, EPAP ed EPPI) cui fanno capo 160 mila professionisti, ha ricordato che nel 2011 l’Italia, con una spesa sanitaria pari al 7,3%  del Pil, è scivolata al 18° posto nella classifica dei 31 paesi OCSE, inferiore alla media europea e ben al di sotto dei principali paesi europei: Italia 3.080 dollari pro capite, Regno Unito 3.311, Francia 3.872, Germania 4.072.

In più, a differenza dei principali Paesi europei, in Italia il 90% della spesa sanitaria privata è sostenuta direttamente dalle famiglie, e soltanto il 10% passa attraverso forme mutualistiche o assicurative, contro il 60% della Francia e il 40% della Germania.

“Con gli ulteriori interventi previsti nelle scorse settimane, per un totale di riduzione della spesa pubblica sanitaria nel triennio fino al 2014 di circa 8 miliardi – ha sottolineato Houlis - il quadro è destinato a peggiorare, considerato che oltre agli interventi sacrosanti sugli sprechi si sta operando con tagli lineari. Inoltre la costante diminuzione degli investimenti dello Stato nel settore sanitario implica il rischio evidente di un progressivo degrado delle strutture sanitarie pubbliche”. A tutto questo si aggiunge il problema previdenziale. Anche per i liberi professionisti c’è in prospettiva la riduzione delle pensioni conseguente all’introduzione del sistema contributivo: con il 10% di contributi la pensione tendenziale “copre” meno del 20% dell’ultimo reddito. I trattamenti pensionistici sono destinati quindi ad essere inadeguati in caso di malattie o di situazioni di non autosufficienza.

Di fronte a questa riduzione del livello di welfare EMAPI ha deciso di concentrarsi sui momenti di maggior difficoltà del professionista. “I due settori nei quali, in questa logica, abbiamo ritenuto di intervenire – ha spiegato Houlis - sono l’assistenza sanitaria integrativa e la tutela della non autosufficienza, poiché riteniamo siano fra quelli in cui più alto è il rischio di grave “impoverimento” del professionista e del suo nucleo familiare in relazione a spese che per la loro entità e/o per la loro ripetitività rappresentano un onere difficilmente sostenibile”.  Sul fronte dell’assistenza sanitaria EMAPI investirà soprattutto su qualità e tempi delle cure e degli interventi chirurgici. Considerato che due terzi dei decessi in Italia sono dovuti a malattie cardiovascolari, ictus e tumori, per i quali tempestività e competenza degli specialisti sono determinanti, l’ente mutualistico dei professionisti concentrerà le sue attenzioni su queste patologie; con un impegno particolare, ha sottolineato il presidente Houlis, nella “presa in carico” del paziente nel percorso della malattia e del “monitoraggio” successivo all’intervento o alle terapie, con supporto e sostegno per favorire l’“attivazione” del paziente stesso, decisiva per il buon esito dei processi di guarigione o di riabilitazione.

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