
Secondo una recente ricerca condotta da Schroders gli investitori degli Emirati Arabi Uniti hanno un profilo significativamente diverso dalla media del resto del mondo, differenziandosi principalmente per ambizioni di guadagno superiori e per un focus sul breve periodo.
Ciò si spiega in primis con il fatto che questi soggetti hanno l’aspettativa di vita dopo il pensionamento più bassa tra tutti i paesi coinvolti nell’indagine: 17,7 anni contro una media globale di 21,2. Anche i caratteri culturali però giocano un ruolo importante.
I dati
Lo studio in questione è stato condotto da una società indipendente per conto di Schroders tra marzo e aprile 2016 e ha preso in esame più di 20.000 investitori di 28 paesi.
Ciò che è emerso è che nel complesso gli emirantini detengono i loro investimenti per soli 2,8 anni - mentre il trend mondiale è 3,2 – e il 36% degli interpellati ha addirittura un orizzonte temporale inferiore all’anno.
Allo stesso tempo però le aspettative di rendimento sono più alte rispetto ai colleghi internazionali: 11,3% contro il 9,1%. Meno del 28% degli investitori mediorientali infatti si riterrebbe soddisfatto con un ritorno sul capitale impiegato inferiore al 10%.
Essi sono interessati in primo luogo alla creazione di ricchezza, e più della metà mira a reinvestire gli asset al fine di accrescere e diversificare il proprio portafoglio. In ultima istanza poi vogliono veder fruttare gli investimenti a un tasso superiore a quello dell’inflazione.
Qualità vs. Quantità degli investimenti
Gli abitanti degli Emirati prestano particolare attenzione al tipo di business in cui impiegano i propri soldi, prediligendo imprese con una solida reputazione e considerate affidabili dal punto di vista del management. In genere poi scelgono industrie e nazioni che sono loro familiari, o con cui sanno di poter stringere rapporti di fiducia. In definitiva è importante per loro poter valutare personalmente la qualità degli investimenti.