
Gli investitori italiani più giovani sono più fiduciosi sull’economia domestica, ma il costo della vita e l’incertezza mordono il portafogli, portandoli a cercare una maggiore liquidità.
Questo quanto emerge dall'ultimo Retail Investor Beat, sondaggio condotto su base trimestrale della piattaforma di trading e investimento eToro su un campione di 10.000 investitori retail distribuiti in 13 Paesi nel mondo, di cui 1.000 in Italia.
I dati mostrano che, in un clima di crescente sfiducia per lo stato di salute dell’economia italiana e globale, il 66% degli investitori tra i 18 e i 34 anni ha dichiarato di aver aumentato la propria allocazione in liquidità nella seconda metà del 2023, contro il 28% degli over 55.
Interrogati su quali fossero le principali motivazioni che li spingevano alla ricerca di una maggiore liquidità, a dominare tra i giovani è la necessità di far fronte all’aumento dei costi, accumulando fondi per le emergenze (36%) o utilizzandoli per coprire il costo della vita (36%). Per un terzo degli investitori, l’aumento della liquidità è legato alla volontà di diminuire il rischio del proprio portafoglio in attesa di un buon punto di ingresso per tornare a investire.
Per gli over 55, invece, l’aumento della liquidità è maggiormente legato alla strategia di investimento. Questa fascia di investitori ha accumulato la liquidità per far scendere il rischio del portafoglio (26%) e per approfittare dei rendimenti offerti dall’aumento dei tassi (19%). Di conseguenza, hanno dichiarato di essere in attesa di tornare a investire (35%), mentre approfittano degli interessi sui depositi (35%).
Gabriel Debach, market analyst di eToro, commenta: “Tradizionalmente, gli investitori più giovani hanno adottato una strategia d'investimento più rischiosa, poiché hanno decenni a disposizione per superare la volatilità e comporre i rendimenti, mentre gli investitori più anziani hanno tipicamente ridotto il rischio con l'avvicinarsi della pensione. Tuttavia, l'impennata dei costi dei mutui, degli affitti e delle bollette, che ha un impatto maggiore sulla generazione più giovane, ha contribuito a capovolgere la tipica demografia del rischio. La coorte più giovane di investitori sente chiaramente di aver bisogno di un facile accesso al proprio denaro mentre continua a far fronte all'aumento dei costi della vita”.
Una maggiore cautela non si traduce in una perdita di fiducia negli investimenti. Gli investitori più giovani hanno infatti mantenuto elevate le loro allocazioni su asset class come le criptovalute (47%) e sul settore tecnologico (40%).