Secondo il Global Trade Report di Euler Hermes (Gruppo Allianz), il livello di discontinuità nelle catene di fornitura globali potrebbe rimanere elevato fino alla seconda metà del 2022, a causa delle nuove ondate di Covid-19 nel mondo, della politica “zero Covid” adottata dalla Cina e della volatilità della domanda e della logistica durante il nuovo anno cinese.
In ogni caso, secondo il leader mondiale dell’assicurazione crediti, la crescita del commercio resterà solida per tutto il 2022 e il 2023, con alcuni chiari vincitori tra le nazioni e i settori.
Le discontinuità delle catene di approvvigionamento globali rimarranno elevate fino alla seconda metà del 2022
Dopo una performance eccezionale, a partire dalla seconda metà del 2020 il commercio globale di beni ha registrato una contrazione nel terzo trimestre, soprattutto fra le economie avanzate ed emergenti. Tuttavia, le economie avanzate subiscono di più l’effetto dei colli di bottiglia delle catene di approvvigionamento che i problemi della domanda. Secondo Euler Hermes, le carenze di produzione sono causa dell’attuale contrazione dei volumi globali degli scambi per il 75%, mentre il resto è dovuto ai ritardi nei trasporti. In prospettiva, gli ordinativi in rapida crescita, dovrebbero diventare esecutivi verso la fine del 2022, mentre, l’aumento della spesa in infrastrutture portuali negli Stati Uniti dovrebbe comportare una forte riduzione delle strozzature nel trasporto globale.
Nel tiro alla fune per le forniture dalla Cina, l’Europa perde rispetto agli Stati Uniti
L’Europa è più a rischio rispetto agli Stati Uniti per quanto riguarda la forte dipendenza dalle forniture intermedie dall’estero. Senza un aumento della capacità produttiva e degli investimenti in infrastrutture portuali, la normalizzazione dei colli di bottiglia presenti nell’offerta in Europa potrebbe essere rinviata oltre il 2022, se la domanda restasse al di sopra del proprio potenziale. Secondo Euler Hermes, gli elettrodomestici, l’elettronica di consumo, l’automotive e la meccanica sono i settori più vulnerabili alla scarsità di forniture.
“La Cina rappresenta un notevole rischio di ribasso per l’Europa: in base alle nostre stime, un calo del 10% nelle importazioni dell’UE dalla Cina potrebbe frenare per oltre il 6% il settore dei metalli, per oltre il 3% l’automotive (tra cui i mezzi di trasporto) e per l’1% il settore dei computer e dell’elettronica”, sostiene Ano Kuhanathan, Senior Sector Advisor di Euler Hermes.
In generale, il commercio globale crescerà del +5,4% nel 2022 e del +4,0% nel 2023
Nonostante il rischio di una doppia recessione nel 1° trimestre 2022, Euler Hermes prevede la normalizzazione dei volumi dei flussi commerciali internazionali a partire dal 2° semestre 2022, sulla scia di tre fattori:
La riduzione della spesa privata in beni durevoli, a causa del ciclo di sostituzione più lungo e del passaggio a comportamenti di consumo più sostenibili.
Una scarsità meno netta delle forniture, in quanto le scorte sono tornate ai livelli pre-crisi, o li hanno addirittura superati nella maggior parte dei settori, ed è aumentata la spesa in conto capitale (soprattutto negli Stati Uniti).
La riduzione della congestione navale (gli ordinativi globali per nuove navi container hanno raggiunto livelli record negli ultimi mesi, pari al 6,4% della flotta esistente) e la spesa prevista in infrastrutture portuali negli Stati Uniti, pari a 17 miliardi di dollari.
“Nel complesso, ci aspettiamo una crescita del commercio globale in termini di volumi pari al +5,4% nel 2022 e al +4,0% nel 2023, per poi tornare gradualmente ai livelli medi pre-crisi, a costo comunque di maggiori squilibri globali. Gli Stati Uniti registreranno deficit commerciali record (circa 1,3 trilioni di dollari nel 2022-2023), a cui farà eco in Cina un surplus commerciale record (in media 760 miliardi di dollari). Nel frattempo, anche l’Eurozona registrerà un surplus superiore alla media di circa 330 miliardi di dollari”, spiega Françoise Huang, Senior Economist per l’Asia-Pacifico di Euler Hermes.
Export Made in Italy: a fine 2021 recupererà i livelli pre-pandemia
Dopo aver perso quasi 90 miliardi di euro nel 2020 rispetto al 2019 (in beni e servizi), l’Italia dovrebbe vedere le esportazioni aumentare di 82 miliardi di euro nel 2021, 42 miliardi di euro nel 2022 e 24 miliardi di euro nel 2023. Questo porta il totale delle esportazioni italiane in valore al di sopra dei livelli pre-crisi già nel 2021. I settori che dovrebbero mostrare i maggiori incrementi delle esportazioni nel 2022 sono i servizi, macchinari e attrezzature, mentre anche l’automotive dovrebbe essere tra i maggiori vincitori nel 2023. In termini di mercati di destinazione, si confermano per la UE la Germania e la Francia mentre gli Stati Uniti guidano i mercati extra UE.