
Secondo le analisi di Euler Hermes, leader mondiale nell’assicurazione crediti (Allianz Group), il rallentamento della crescita mondiale spinge verso l’alto il numero delle insolvenze aziendali (+4% nel 2012) nel mondo. Il problema è che secondo le previsioni dell’ufficio studi di Euler Hermes la crescita continuerà anche nel prossimo anno per il quale si attende un ulteriore incremento del 5%.
Nel dettaglio, il rallentamento economico mondiale si rifletterà inevitabilmente sull’andamento globale delle insolvenze (Global Insolvency Index), atteso in crescita del 4% nel 2012. La tendenza dovrebbe rimanere verso il basso nelle Americhe (- 9%) mentre in tutte le altre regioni mondiali si registrerà un incremento. In Asia la crescita sarà del 4%, nei Paesi del Mediterraneo del 20% (Italia + 12%, in crescita continua negli ultimi 5 anni) ed infine nell’Eurozona la crescita sarà del 14% (Francia +4% mentre l’area costituita da Germania, Austria e Svizzera +1%).
In Italia la decelerazione della crescita economica nazionale si riflette sull’andamento dei mancati pagamenti delle imprese italiane. Dopo i primi otto mesi del 2012, il numero dei mancati pagamenti (frequenza) nel mercato interno è cresciuto del 30% rispetto allo stesso periodo del 2011, mentre l’importo medio (severità) è in leggera decelerazione: -2%. Commentando il dato, Michele Pignotti, Capo della Regione Paesi Mediterranei, Africa e Medio Oriente di Euler Hermes, ha dichiarato: “La nostra analisi sintetizza le difficoltà che incontrano le imprese italiane nell’operare sul mercato. Le difficoltà di accesso al credito e il calo dei consumi con la conseguente dilatazione dei tempi di pagamento, inducono le aziende a non onorare i propri impegni, generando un impatto negativo sul credito interaziendale. Nonostante l’incremento dei mancati pagamenti, sia la numerosità che gli importi medi restano decisamente inferiori alla crisi del 2008. Seppur con un trend inferiore, ad agosto, anche il mercato Export segna un incremento degli incagli dei pagamenti, registrando la crescita sia della frequenza (+ 7%) che della severità (+5%).
Oltre al trend economico, Euler Hermes Italia ha voluto verificare lo stato di salute finanziario di quattro settori portanti del made in Italy: alimentare, tessile, meccanica e siderurgia. Dalla banca dati proprietaria composta da 450.000 imprese, sono state analizzate le società di capitale (con fatturato superiore ai 20 milioni di euro) dei quattro settori citati. Emerge un generale alto livello di indebitamento e un basso livello di remunerazione del capitale investito. Tra i quattro settori, oggetto dell’analisi, spicca per virtuosità l’alimentare, con un livello di indebitamento sostenibile, una remunerazione del capitale in crescita e un trend sempre costante anche nel periodo 2008-2009. “La fragilità finanziaria del tessuto imprenditoriale nazionale, specie nel confronto internazionale, rappresenta da sempre l’elemento discriminante per la competitività del made in Italy a livello globale – spiega Michele Pignotti. “Per supportare le imprese italiane e per recuperare il gap di produttività verso le altre economie europee è necessario un rilancio della politica governativa, monetaria, fiscale ed industriale. In particolare è necessario che siano messe in atto tutte le azioni che permettano la riduzione dei costi, con priorità per quello dell’energia e dell’ accesso al credito, allo scopo di migliorare la redditività delle aziende e favorirne gli investimenti in rinnovamento e ricerca”.
Euler Hermes Indice Globale delle Insolvenze (GII): Statistiche per Paese
Paesi |
% of PIL globale |
% GII |
Δ GII 2011 |
Previsione 2012 |
Australia |
1,7 |
2,0 |
9% |
10% |
Austria |
0,7 |
0,8 |
-8% |
4% |
Belgio |
0,9 |
1,0 |
7% |
8% |
Brasile |
2,7 |
3,2 |
-6% |
28% |
Canada |
2,6 |
3,0 |
-11% |
0% |
Cina |
7,5 |
8,7 |
-18% |
-1% |
Repubblica Ceca |
0,4 |
0,4 |
11% |
5% |
Danimarca |
0,6 |
0,7 |
-15% |
-1% |
Finlandia |
0,5 |
0,5 |
1% |
0% |
Francia |
4,9 |
5,7 |
-3% |
4% |
Germania |
6,3 |
7,3 |
-6% |
0% |
Grecia |
0,6 |
0,7 |
33% |
30% |
Hong Kong |
0,4 |
0,4 |
-24% |
2% |
Ungheria |
0,3 |
0,3 |
12% |
16% |
Irlanda |
0,5 |
0,5 |
7% |
10% |
Italia |
4,0 |
4,6 |
7% |
12% |
Giappone |
8,5 |
9,8 |
-4% |
1% |
Corea del Sud |
1,6 |
1,9 |
-13% |
3% |
Lituania |
0,1 |
0,1 |
-22% |
-8% |
Lussemburgo |
0,1 |
0,1 |
5% |
10% |
Olanda |
1,5 |
1,8 |
-1% |
25% |
Norvegia |
0,8 |
0,9 |
-2% |
-4% |
Polonia |
0,9 |
1,1 |
7% |
15% |
Portogallo |
0,4 |
0,5 |
19% |
50% |
Russia |
2,9 |
3,4 |
-20% |
5% |
Singapore |
0,3 |
0,4 |
-20% |
13% |
Repubblica Slovacca |
0,2 |
0,2 |
12% |
5% |
Spagna |
2,8 |
3,2 |
17% |
20% |
Svezia |
0,8 |
1,0 |
-4% |
6% |
Svizzera |
0,8 |
1,0 |
6% |
3% |
Taiwan |
0,7 |
0,8 |
-4% |
9% |
Regno Unito |
4,6 |
5,4 |
4% |
0% |
USA |
24,6 |
28,6 |
-15% |
-10% |
Fonti : dati nazionali, previsioni Euler Hermes |
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