
Il risultato di AQR e stress test, a cui sono state sottoposte le 15 principali banche italiane, conforta solo parzialmente.
La tenuta patrimoniale complessiva del sistema non deve nascondere il dato preoccupante relativo al peggioramento della qualità del credito, rispetto al quale il sistema bancario dovrebbe riflettere sulla necessità di dedicare le migliori professionalità ed un forte investimento organizzativo a supporto non del mero recupero dei crediti, ma del sostegno alle imprese ed alle famiglie, per uscire dalle difficoltà che le stanno opprimendo.
Nello stesso tempo, preoccupa la situazione di Carige e, soprattutto, di Mps, che occupano complessivamente oltre il 10% dei lavoratori del sistema.
Gli esiti dell'indagine europea dimostra, in ogni caso, che, a prescindere dagli effetti esogeni derivati dalla crisi economica, che colpisce e minaccia indistintamente tutte le banche, le situazioni di maggiore precarietà possono essere ricondotte a motivazioni endogene, laddove gestioni scellerate hanno prodotto ai bilanci aziendali devastazioni tali da rendere scarsamente efficaci anche le più aspre operazioni di risanamento.
Questa considerazione ci deve seriamente interrogare sulle responsabilità della classe manageriale in un risultato che, in ogni caso, vede essere le banche italiane quelle maggiormente in difficoltà tra le banche europee e, nel contempo, mal si concilia con le politiche di remunerazione dei manager, che continuano ad essere in linea con quelle, peraltro esorbitanti, di sistemi bancari decisamene più performanti.
Insistere da parte delle banche su politiche recessive, tutte centrate sulla riduzione del costo del lavoro, sarebbe, visti questi risultati, sia sul piano nazionale che su quelli aziendali, un comportamento del tutto inadeguato a supportare operazioni realistiche di risanamento e di sviluppo economico, senza le quali le prospettive drammatiche ipotizzate degli stress test potrebbero effettivamente configurarsi.
L'esito dell'esame europeo suggerisce piuttosto la necessità di agire per allargare le governance, responsabilizzando e coinvolgendo gli stakeholder del sistema, a partire dai lavoratori, affinché le decisioni dei gruppi manageriali siano supportate e vigilate nell'interesse dei cittadini, dei clienti e dei lavoratori stessi.