
Il Piano Industriale BPM, presentato il 26 Luglio alle Organizzazioni Sindacali, non ha mancato di lasciare il segno. Già leggendo le prime pagine si evince, infatti, una caratteristica evidente: il taglio drastico che si vuole imporre al costo del lavoro. In attesa dell’imminente avvio della procedura di confronto col Sindacato, previsto per i primi di agosto, alcuni aspetti appaiono infatti già evidenti.
L’impostazione decisamente sbilanciata sul “taglio dei costi del personale” non può incontrare la condivisione del Sindacato. La Fiba/Cisl ritiene infatti che gli interventi di risparmio debbano partire da una seria revisione di altri ingenti costi operativi - diversi da quelli del personale - che hanno determinato e determinano sprechi ingiustificabili. Per la Fiba/Cisl, che ritiene invece indispensabile una politica di rilancio del Gruppo, coniugata ad una maggiore efficienza organizzativa e, soprattutto, ad una maggiore valorizzazione del fattore lavoro, un Piano Industriale veramente “rivoluzionario” non può tradursi in un generalizzato e indiscriminato taglio dei costi.
Giuseppe Gallo, Segretario Generale della Fiba/Cisl, ricorda che “identificare il personale solo come una voce di costo è un’idea antiquata perché solo la valorizzazione del patrimonio umano e professionale dei Colleghi - attuata anche con una seria politica di formazione - può dare una reale prospettiva di sviluppo costante all’intero Gruppo”. quanto alla questione degli esuberi dichiarati nel Piano (circa 700), Gallo ribadisce che “qualunque progetto di fuoriuscita di personale potrà realizzarsi solo ed esclusivamente ricorrendo alla volontarietà”.
Il giudizio sul Piano, evidentemente rimandato alla fase di vero confronto sindacale, non può tuttavia non tener conto dell’affermazione, in un certo senso rassicurante, di non voler procedere ad esternalizzazioni di Settori, come è stato purtroppo invece dichiarato in altri Gruppi che stanno vivendo situazioni di forte tensione.