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La sottoassicurazione non è una esclusiva degli italiani. Ad esempio i britannici sono altamente sottoassicurati per le gravi malattie. Anzi, è più probabile che un inglese acquisti una copertura assicurativa per il proprio telefono cellulare che per la propria salute.
Secondo uno studio realizzato da Scottish Widows solo il 9% dei britannici ha una copertura assicurativa per le malattie gravi, a fronte di un 12% di popolazione che ha assicurato il proprio smartphone o i-phone. Una percentuale preoccupante, soprattutto se pensiamo che più di un quinto dei britannici ha detto che in caso di malattia grave le condizioni finanziarie non sarebbero sufficienti a garantire le cure sul lungo termine, con due quinti delle famiglie che dipendono da un solo reddito.
“Trovo preoccupante la tendenza ad assicurare i propri telefoni cellulari prima della propria salute”, ha commentato Gary Burchett, responsabile dell’area protection di Scottish Widows. “Pensiamo sempre più a breve termine, preoccupandoci più delle cose tangibili della nostra quotidianità. Le persone non pensano di assicurare la propria salute o la propria vita se non quando è troppo tardi”.
Lo studio mostra anche come solamente il 27% dei britannici adulti abbia sottoscritto una polizza vita, il 7% in meno rispetto al 2017 che tradotto in cifre significa 3,6 milioni di individui in meno nell’arco di un solo anno.
Le ragioni di questo gap di protezione sono le stesse valide un po’ in tutto il mondo, a partire dalla scarsa fiducia nei confronti delle compagnie di assicurazioni che, afferma Scottish Widows, scontano il falso luogo comune che fanno di tutto pur di non pagare i risarcimenti dovuti. I britannici pensano che vengano liquidati solamente 1/3 dei sinistri denunciati durante l’anno, quando invece nel 2017 sono stati pagati il 97,8% dei sinistri.
Interrogati sul perché non hanno acquistato una polizza vita o una copertura per malattia grave, quasi 1/3 dei capifamiglia del Regno Unito hanno risposto che non ne avvertono l’esigenza. Eppure, il 35% del campione ammette che i risparmi accumulati si estinguerebbero nell’arco di 3 mesi se per qualsiasi ragione non fossero più in grado di lavorare; il 54% pensa che potrebbe resistere 1 anno, mentre il 30% dice di non avere proprio alcun risparmio su cui contare.