Lo scorso marzo Prduential ha condotto uno studio tra più di 200 consulenti finanziari britannici con lo scopo di sondare la loro opinione sul crescente impiego di sistemi di consulenza digitalizzati, chiamati genericamente robo-advice.
Secondo il 17% degli intervistati questa modalità sarebbe efficace nel risolvere il gap di assistenza finanziaria di cui “soffrono” i clienti del mercato di massa, mentre il 47% del campione si dice del parere opposto.
Questa forte diffidenza nei confronti dei sistemi automatizzati è in netto contrasto con la fiducia ripostavi dal Financial Advice Market Review (FAMR): l’ente infatti ha caldeggiato più volte la collaborazione tra la Financial Conduct Authority (FCA) e le compagnie al fine di fornire supporto a quegli assicuratori che usano modelli di robo-advice.
Paul Harrison, direttore dell’unità di Business Consultancy di Prudential, ha dichiarato a proposito dei risultati dello studio: “L’impiego di tecnologie avanzate nel campo della consulenza può contribuire ad aumentare fortemente l’efficienza, a ridurre i costi e a servire al meglio i clienti. Gli operatori del settore però sono consapevoli più di chiunque altro che molti utenti preferiscono ricevere assistenza personalizzata, dunque non deve sorprendere il fatto che molti consulenti non considerino il canale digitale la cura definitiva al problema del gap informativo.
Noi di Prudential dal canto nostro riconosciamo il valore di questo mezzo e la sua capacità di raggiungere quella fetta di potenziali clienti che ritengono di non avere bisogno di assistenza professionale o che non possono permettersela. Questo trend trascinerà l’evoluzione dell’InsurTech negli anni a venire”.