
Nove milioni di italiani soffrono di stress da lavoro. Tra questi, le donne sarebbero il doppio degli uomini. A conforto di questa stratosferica e drammatica realtà, sarebbero le migliaia di richieste d’aiuto arrivate dall’inizio del 2013 ad oggi, ai diversi progetti di ascolto psicologico e di tutela giuslavoristica che sono nati durante la crisi economica o che continuano a giungere allo “Sportello dei Diritti”, associazione da anni impegnata a difendere i lavoratori dalle angherie subite sul posto di lavoro.
Lo stereotipo della persona che si rivolge a questi progetti sono, ovviamente, lavoratori in difficoltà, disoccupati e imprenditori, che hanno ulteriormente subito gli effetti della crisi, non solo a livello personale, ma anche a livello familiare.
Secondo i dati dello “Sportello dei Diritti” esiste una forte maggioranza di cittadini che non cerca di sostegno, per vergogna, diffidenza e mancanza di informazione. In particolare, rientra in questa categoria, circa il 25% degli impiegati di banca e assicurazioni, i quali ripiegano nell’uso, che a volte diventa abuso, di farmaci antidepressivi o sonniferi. Percentuale decisamente superiore alla media delle altre categorie che si ferma intorno al 10%.