
Circa il 30% degli ingegneri liberi professionisti non ha stipulato l’assicurazione professionale. Gli ingegneri del nostro Paese non la reputano utile e considerano troppo cara la polizza.
È quanto emerge da una indagine condotta dal Centro studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI), che ha coinvolto oltre 7mila ingegneri iscritti all’Albo.
Il dato è alquanto preoccupante visto che parliamo di una copertura che tutela i professionisti dai rischi legati alla loro attività lavorativa. A far pensare è il fatto che la polizza viene percepita dagli ingegneri come uno dei tanti balzelli difficili da sostenere in questo periodo e per di più di scarsa utilità. Percezione, oltretutto, più accentuata tra i professionisti più giovani. Inoltre, risulta molto basso il livello di conoscenza delle polizze e l’interesse si concentra quasi esclusivamente sul fattore prezzo, elemento sul quale si addensa gran parte dell’insoddisfazione.
Eppure dall’estate 2013 esiste l’obbligo per i professionisti di dotarsi di una polizza per responsabilità civile professionale. Per quanto riguarda gli ingegneri, l’obbligo riguarda oltre 100mila iscritti che esercitano la libera professione full-time o associata ad un lavoro dipendente.
“L’indagine del nostro Centro Studi dimostra come persista un diffuso atteggiamento di resistenza all’assicurazione", afferma il Presidente del CNI, Armando Zambrano. "Gli ingegneri lamentano soprattutto gli alti costi delle polizze e l’obbligo alla loro sottoscrizione è percepito come l’ennesimo balzello che grava sui liberi professionisti, già alle prese con una situazione di mercato senza precedenti. Preoccupa che circa un terzo interpellati abbia dichiarato di essere privo di polizza. Sono elementi che il nostro Consiglio Nazionale dovrà tenere in seria considerazione nell’ottica della promozione di una polizza di tipo collettivo, destinata specificatamente agli ingegneri iscritti all’Albo”.
Il Presidente del Centro Studi CNI, Luigi Ronsivalle sottolinea come gli ingegneri liberi professionisti abbiano un approccio problematico con l’assicurazione "causata soprattutto da una scarsa propensione a conoscere e approfondire il contenuto e il meccanismo di funzionamento delle polizze e del loro costo, considerato mediamente elevato. Stentano a riconoscerne l’utilità e in molti casi appaiono quasi insofferenti all’obbligo imposto per legge. Probabilmente si sentirebbero rassicurati se la scelta a monte delle migliori condizioni contrattuali fosse fatta da un loro fiduciario completamente disinteressato all’aspetto economico”.
Una possibile soluzione per superare la scarsa propensione allo strumento assicurativo la suggerisce lo stesso Ronsivalle: “Una polizza collettiva contratta dal CNI offrirebbe alcune importanti garanzie: le migliori condizioni base di una polizza all risks, un prezzo della polizza base decisamente inferiore rispetto a quelli attualmente sul mercato, la scelta di un broker ai massimi livelli di affidabilità, garanzie sulla riassicurazione, a condizioni prestabilite e non eccessivamente onerose”.