“È ben noto come, nel nostro Paese, emergano significative differenze tra la condizione previdenziale maschile e quella femminile: la prima, quella forse più macroscopica, è costituita dal fatto che, a fronte di una prevalenza numerica delle donne sul totale dei pensionati, mediamente le donne percepiscono importi più bassi. Altrettanto noto è il fatto che la condizione previdenziale delle donne è rivelatrice di percorsi di vita personali e familiari che vedono, generalmente, una presenza più intermittente nel mondo del lavoro; una difficile conciliazione tra mantenimento del lavoro, maternità e cura dei figli; carriere più lente; differenziali retributivi con gli uomini a parità di ruolo. Se questa è la situazione che ci troviamo a fronteggiare, ben vengano occasioni di incontro e di riflessione che consentano, non solo di fare un’analisi dell’esistente, ma anche di elaborare in modo propositivo linee di intervento da condividere con tutti i soggetti coinvolti”.
Queste le parole del messaggio di saluto inviato dal Sottosegretario al Welfare, Franca Biondelli che hanno aperto il convegno “Previdenza: un sostantivo femminile?” organizzato da Assoprevidenza (Associazione Italiana per la Previdenza e l’Assistenza Complementare) in partnership con Oxfam Italia e Soroptimist International (due organizzazioni accreditate in sede ONU) in seno alla Giornata Nazionale della Previdenza 2014. Dopo il contributo video della popstar inglese Annie Lennox (Fondatrice di The Circle e Ambasciatrice Globale Oxfam) si sono confrontati, moderati dalla giornalista Cristina Lacava di IoDonna: Alessandro Bechini (Direttore Oxfam Italia Intercultura); Laura Crescentini, (Coordinatore Tecnico di Assoprevidenza - Associazione Italiana per la Previdenza e Assistenza Complementare); Francesco Fidanza (Responsabile Previdenza e Assistenza - Allianz Italia); Mirka Daniela Giacoletto Papas (Amministratore Delegato Editrice Egea, Presidente Soroptimist Milano Scala); Alessia Muzio (Direttore Ufficio Studi AIFI); Federica Seganti (Componente OPGS di EIOPA, Direttore del MIRM – Master in Insurance and Risk Management del MIB - School of Management).
Vita più lunga, pensione più bassa
Secondo quanto emerso dalla relazione di Assoprevidenza – sulla base dello studio “Le tendenze di medio e lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario” realizzato dalla Ragioneria Generale dello Stato - le aspettative di vita delle donne over 65 sono superiori di 3,4 anni a quelle degli uomini. Le donne percepiranno quindi la pensione per un periodo più lungo di circa il 20% rispetto a un uomo. Per effetto del sistema contributivo, a parità di condizioni, il tasso di sostituzione (rapporto pensione/ultima retribuzione) di un lavoratore sarà superiore a quello di una lavoratrice; il differenziale a favore del lavoratore sarà del 5% nel 2060.
12.840 euro lordi all’anno la pensione media delle donne
Il sistema pensionistico riflette le discriminazioni esistenti nel mercato del lavoro: secondo i dati Istat le donne percepiscono in media 12.840 euro lordi l’anno, rispetto ai 18.435 degli uomini. Secondo lo studio The Younger Wife's Curse realizzato dal Gruppo Allianz, attualmente in Italia il 16,1% delle donne over 65 ha un reddito inferiore alla soglia di povertà. Occorre quindi concentrare l’attenzione sulle iniziative volte a un miglioramento della partecipazione delle donne al lavoro, con particolare riferimento all’implementazione dei servizi (per la cura dei figli e/o dei familiari anziani) e alla conciliazione dei tempi di lavoro, al fine di consentire un’effettiva uguaglianza in termini di opportunità.
Troppo spesso le donne tendono a sottovalutare l’aspetto previdenziale e i vantaggi di una corretta pianificazione finanziaria che permetta loro di arrivare senza affanni e con la garanzia di un reddito adeguato anche nell’estrema vecchiaia: oggi il tasso di partecipazione alla previdenza complementare delle lavoratrici italiane si attesta a solo il 25,7% (gli iscritti di sesso femminile rappresentano il 36% degli aderenti).
Cresce l’attenzione delle donne più giovani verso la previdenza complementare
Serve una maggiore sensibilità e attenzione alle tematiche previdenziali in un mondo che sta cambiando atteggiamento nei confronti della vita. Secondo quanto rilevato dallo studio “Security-Trust-Solidarity” realizzato dal gruppo Allianz a livello globale, il 54% degli italiani di età compresa fra i 30 e i 45 anni e il 37% di cittadini fra i 60 e i 75 anni dichiara di essere molto preoccupato circa la propria situazione finanziaria dopo essere andato in pensione e la maggior parte dei giovani teme di non riuscire a risparmiare a sufficienza per la propria vecchiaia.
Qualcosa però sta cambiando, soprattutto fra le donne più giovani, tra le quali sembra diffondersi una crescente consapevolezza che la previdenza complementare rappresenti oggi l’unico strumento in grado di supplire all’assottigliamento dell’assegno pensionistico di base. Guardando gli aderenti ai fondi pensione si scopre infatti che soltanto il 9% degli uomini ha meno di 35 anni, mentre tra le donne la percentuale è praticamente doppia (sfiora il 18%).
Se i coniugi si separano una pensione sola non basta
Divorzi e separazioni sono in costante crescita: se nel 1995 ogni 1.000 matrimoni si registravano 158 separazioni e 80 divorzi (dati Istat), nel 2009 si arriva a 297 separazioni e 181 divorzi. Quasi una coppia sposata su due affronta quindi la separazione o divorzia. Il risparmio previdenziale del marito spesso non è sufficiente per mantenere entrambi i partner negli anni della pensione. Anche per non correre questo rischio, è stato sottolineato oggi al convegno di Assoprevidenza, soprattutto per le donne è assolutamente necessario provvedere autonomamente al proprio futuro.
I 10 errori che le donne devono evitare
Per sensibilizzare le donne sui vantaggi di una corretta pianificazione finanziaria, una garanzia di reddito adeguato e una pensione solida, Allianz ha creato un decalogo degli errori da evitare:
- Mio marito guadagna bene e può mantenere anche me
- Non mi interessa l’argomento pensione, in qualche modo me la caverò
- Ho appena 30 anni, ci penserò più avanti
- Part-time e piccoli lavoretti, in qualche modo mi basteranno per la pensione
- Devo occuparmi dei figli, quindi non posso lavorare
- Dopo la maternità non ho più pensato di rimettermi in gioco
- Ho 55 anni, posso smettere di pagare i contributi perché la pensione arriverà presto
- Devo occuparmi dei miei genitori anziani e malati. Questo impegno mi verrà riconosciuto
- La crisi finanziaria ha bruciato i risparmi di molti. Non investirò mai sui mercati azionari
- Non mi occorre molto per vivere, quindi non devo risparmiare.