
In Italia non si rubano più solo le auto intere, ma anche pezzo per pezzo, con una precisione chirurgica che ha trasformato il furto parziale in un vero e proprio mercato parallelo. Secondo l’ultima analisi di LoJack Italia, società del gruppo CalAmp specializzata nel recupero dei veicoli rubati, il fenomeno è in forte crescita e colpisce soprattutto le utilitarie e i modelli premium, con danni che possono superare i cinquemila euro per vettura.
Telecamere, fari LED, monitor di bordo, paraurti e catalizzatori sono diventati oggetti del desiderio per bande organizzate che, in meno di novanta secondi, riescono a smontare componenti di valore da veicoli parcheggiati, alimentando un traffico internazionale che tocca Nord Africa, Emirati Arabi e Sud Africa. “Oltre ai 136mila veicoli che ogni anno vengono rubati nel nostro Paese, esiste un fenomeno che quotidianamente colpisce un numero crescente di automobilisti italiani, il cosiddetto furto parziale” ha dichiarato Maurizio Iperti, presidente automotive LoJack International, “un business che ha ormai assunto dimensioni significative e che alimenta stabilmente il mercato nero dei pezzi di ricambio”.
E se la tecnologia ha reso i ladri più rapidi ed efficienti, è proprio la tecnologia a rappresentare la migliore difesa: nei primi sei mesi del 2025 LoJack ha recuperato 1.032 veicoli, per un valore di oltre 33 milioni di euro, grazie a dispositivi in radiofrequenza e a una rete operativa che collabora con le forze dell’ordine. I SUV, in particolare il Toyota RAV4, e le city car come la Fiat Panda sono stati i protagonisti dei ritrovamenti, con Lazio, Campania, Puglia, Lombardia e Sicilia in cima alla mappa dei recuperi. Il fenomeno della “cannibalizzazione” delle auto non è più un’eccezione, ma una realtà quotidiana che impone nuove strategie di protezione e assicurazione, perché oggi il rischio non è solo perdere l’auto, ma vederla svuotata pezzo dopo pezzo.